L'intervista

Gli 80 anni dell'avvocato Tacchini: «A Bergamo c'erano magistrati di alto livello. Dimenticati»

L'ex presidente degli avvocati ha compiuto gli anni. «Qui c'erano Tiani, Battilà e Galizzi. Ma ai loro funerali non c'era nessuno del Tribunale né del Comune»

Gli 80 anni dell'avvocato Tacchini: «A Bergamo c'erano magistrati di alto livello. Dimenticati»
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di Paolo Aresi

«Forse il più drammatico è stato il processo per l’omicidio di Laura Bigoni, a Clusone, nell’estate del 1993. Era esattamente il primo di agosto. Laura era una bella ragazza, aveva 23 anni, rientrava da una serata in discoteca, fu ammazzata in maniera terribile, violenta, con coltellate alla pancia. Un omicidio efferato, brutale, compiuto da qualcuno particolarmente rozzo e violento. Venne accusato il fidanzato, Jimmi, che poi venne portato a processo. Sì, è stato uno dei casi che più mi ha appassionato nella mia carriera di avvocato: fui subito convinto che Jimmi era innocente».

Ettore Tacchini parla nel suo studio di via Pradello, c’è odore di legno e di libri. Lo studio avviato dal nonno e continuato dal padre e che ora con lui conclude la sua storia. Tacchini ha compiuto ottant’anni a giugno, un tempo giusto per concedersi un po’ di riposo. Per modo di dire: l’avvocato è un escursionista, un motociclista, un camminatore. Un viaggiatore.

Avvocato, lei non sta mai fermo, però non è più giovane.

«Guardi, sto bene, ho anche sistemato le ginocchia. Fin che il fisico regge non mi fermo. Sono stato di recente in Giordania, in Uzbekistan, l’altro giorno ero a Pieve di Cadore, ho visitato la casa di Tiziano Vecellio. Ma lei ha presente quante cose belle e interessanti ci sono da vedere nel mondo?».

Capisco bene. Ma stava parlando dell’omicidio di Laura Bigoni.

«Sì, ho difeso il suo fidanzato, insieme all’avvocato Vinicio Nardo di Milano, un luminare, bravissimo. A un certo punto era emersa una strana figura di un uomo di Milano, un uomo violento, che conosceva Laura perché aveva a che fare con il suo lavoro di addetta alle pulizie al Comune di Milano. C’erano diverse situazioni che portavano a quest’uomo, chiesi alla pm, Vittoria Isella, di provare anche quella pista, ma non ci fu niente da fare, lei era fissata con Jimmi. Pochi giorni fa ho saputo che la pista di quell’uomo è stata ripresa in considerazione e che il processo potrebbe venire riaperto. Meno male. Comunque, per fortuna Jimmi venne assolto in Appello a Brescia e poi in Cassazione».

Era stato difeso bene.

«Penso di sì, certamente mi sono impegnato molto».

Lei è stato anche presidente dell’Ordine degli Avvocati.

«Un segno dell’affetto e della stima dei miei colleghi. Quando ho iniziato questo lavoro era il 1969, eravamo in duecento. Oggi siamo 2.200».

Ha trascorso cinquantaquattro anni nelle aule dei tribunali.

«Esatto. Ho girato molto anche perché sono stato uno degli avvocati di Italcementi e le cause di diritto del lavoro o di tipo penale potevano svolgersi in diverse parti d’Italia. A me piaceva viaggiare, mi trovavo a mio agio ovunque» (...)

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