Gli auguri degli amici e di tutta Albino per il cinquantesimo di don Giuseppe
La ricorrenza sarà oggi, 29 giugno, i festeggiamenti sabato 6 luglio. «Siamo appesi a un filo, invisibile, sottile, eppure in grado di sorreggerci»
di Fabio Gualandris
C’è grande e riconoscente attesa ad Albino per il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale del suo prevosto, don Giuseppe Locatelli. La ricorrenza sarà oggi, sabato 29 giugno, ma con festeggiamenti programmati per il sabato successivo, 6 luglio: ritrovo alle 17.45 nella chiesa di Sant’Anna da dove i presenti, in corteo, raggiungeranno la prepositurale di San Giuliano per la messa; seguirà la festa, in convivialità, in Oratorio.
Don Giuseppe nasce il 17 luglio 1950 a Ciserano e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1974. Queste le tappe del suo ministero presbiterale: coadiutore parrocchiale a Vercurago dal 1974 al 1975; a San Tomaso in città dal 1975 al 1982; vicario parrocchiale di Seriate dal 1982 al 1992; prevosto di Terno dal 1992 al 2007; vicario locale del vicariato Capriate-Chignolo-Terno dal 2000 al 2005; membro del Consiglio pastorale diocesano dal 2001 al 2002; prevosto di Albino dal 2007; vicario locale del vicariato Albino-Nembro dal 2008 al 2014; membro del consiglio presbiterale diocesano dal 2011; moderatore della Fraternità presbiterale 1 nella Cet 3 bassa Valle Seriana dal 2018.
Sul giornale parrocchiale di giugno, prendendo spunto da un racconto dello scrittore danese, Johannes Jørgensen, che parla di un ragno che tesse la sua ragnatela calandosi dal ramo di un albero lungo un filo che lui stesso aveva prodotto, don Giuseppe ricorda il suo percorso sacerdotale.
«Cinquant’anni fa, siamo stati ordinati sacerdoti e ci siamo trovati dentro la storia appesi a un filo, invisibile, sottile, eppure in grado di sorreggerci nel nostro trafficare di ogni giorno. La nostra, però, più che una ragnatela, forse, voleva sembrare a una rete per dei ragazzi chiamati a diventare pescatori di uomini. Ci siamo aiutati; ci siamo sostenuti; forse questo ci è stato utile per non dimenticare, dopo tanto tempo, il Filo che ci ha permesso di scendere in mezzo ai fratelli. Ne abbiamo tirati tanti di fili; abbiamo creato molti legami, molte relazioni; con il rischio di dimenticare il primo Filo in mezzo a tanto guazzabuglio. A volte è vero, basta poco perché tutto ti crolli addosso; basta che dentro tutti questi legami, superficialmente, ne tagli uno, uno solo. Era il più importante. Vorrei ricordare così i cinquant’anni da sacerdote!».
Abbiamo raccolto alcune testimonianze dagli ex curati di Albino che hanno condiviso con don Giuseppe un tratto di strada. (...)