Godiamoci questa Dea pazzesca E che bello Favini sulle maglie...

Napoli, Fiorentina, Udinese: tre partite in otto giorni, tre vittorie, la storica finale di Coppa Italia, il quarto posto in solitario, la qualificazione alla Champions League che, se il campionato finisse oggi, sarebbe una realtà. È pazzesca, semplicemente pazzesca, l’andatura di questa Atalanta senza limiti e confini, con De Roon e Pasalic stasera sugli scudi. Il successo sulla tignosa Udinese vale doppio, in considerazione delle fatiche sostenute dalla squadra, la cui condizione atletica è impressionante ed è pari allo straordinario entusiasmo dei giocatori, del tecnico, della società, dei tifosi. Senza dimenticare l’assenza di Ilicic, che Gasp ha fatto bene a risparmiare, sapendo bene quanto lo sloveno fatichi a reggere il ritmo di tre gare in una settimana. L’Uomo in Più sarà pronto per lo spareggio europeo di domenica con la Lazio.
Ora l’Atalanta è più che mai padrona del proprio destino: come pragmaticamente ricorda l’allenatore, se la Dea vince le ultime quattro partite va in Champions League. Una dimensione straordinaria per un club che ci ha abituato a imprese straordinarie, al punto da sovvertire l’ordine costituito dei vertici di A. Alzi la mano chi, in estate, dopo l’eliminazione di Copenaghen ai rigori, poteva mai immaginare che, a 360’ dalla fine, l’Atalanta sarebbe stata quarta, da sola. Nemmeno il più ottimista fra i suoi sostenitori avrebbe osato tanto. Invece, siamo qui a goderci il bello che continua a venire, come BergamoPost ripete senza temimore di smentita.
Ricordo ciò che disse Gasperini dopo avere clamorosamente vinto a Liverpool, in casa Everton: «La cosa più bella è rendere felice la gente di Bergamo». Passa, il tempo e questa felicità è sempre più tangibile, sempre più contagiosa, sempre più dei bergamaschi. La leggevi sui volti dei cinquemila che sabato sera hanno salutato la Curva Nord; la leggi stasera dopo la vittoria sull’Udinese. E capisci che questa società sia unica anche per i suoi gesti: l’intitolazione dell’Accademia di Zingonia a Favini; il nome del Mino stampato sulle maglie. Due modi per dire ciò che pensiamo tutti: non lo dimenticheremo mai.