Atalanta grande in Europa e grande anche in campionato

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È camaleontica la capacità di Gian Piero Gasperini di cambiare pelle all'Atalanta, continuando a vincere. Il secondo successo consecutivo in campionato, cioè il terzo di fila contemplando il ko all'Apollon in Europa League, è stato molto più netto di quanto non abbia detto il risultato finale. E, se è vero che questo Verona ha ballato soltanto per un tempo, è altrettanto vero che nella ripresa il cambio di passo della Dea è stato micidiale. Freuler, Ilicic e Kurtic hanno issato i nerazzurri al nono posto, a conferma del doppio binario seguito dalla squadra: grande in Europa e grande in campionato. Alla faccia delle previsioni superficiali formulate alla vigilia della stagione da chi vaticinava l’impossibilità bergamasca di onorare l’impegno continentale, garantendo un rendimento elevato anche nel massimo torneo.

La sagacia del tecnico coniugata al rafforzamento dell’organico e l’adesione totale del gruppo alle scelte di chi lo guida: ecco la chiave per leggere il momento di grazia di un’Atalanta che, dopo le prime dieci partite, conta soltanto un punto in meno rispetto a un anno fa. E sappiamo come sia andata a finire. Colpisce la disarmante disinvoltura con cui l’Atalanta salta gli ostacoli che le si parano davanti, con la maturità di un complesso consapevole della propria forza e mai incline a sottovalutare qualunque avversario. E diventa sempre più evidente quanto incida sulle fortune attuali la strategia societaria dei due titolari per ogni ruolo.

Date un’occhiata a chi ci fosse fra le riserve, nella gara contro il Verona: Berisha, Cristante, Masiello, Petagna e Spinazzola, cinque titolari. Questo si chiama avere la panchina lunga, anche se Gasperini borbotta che ventisei giocatori siano troppi e per questo egli non ami una rosa troppo ampia. Ubi major minor cessat: nessuno meglio del tecnico conosce gli equilibri di gestione della squadra, ma siamo soltanto a fine ottobre, la stagione è terribilmente lunga e ci sarà spazio per tutti.

C’è un altro aspetto importante: quasi 17 mila spettatori presenti al turno infrasettimanale, nonostante l’orario cervellotico del calcio d’inizio, che si assommano ai ventimila testimoni, quattro giorni fa, del successo sul Bologna. Per non dire degli esodi di massa da Bergamo a Reggio Emilia, in occasione degli incontri con l’Everton e l’Apollon. È l’amore della gente, la spinta propulsiva dell’Atalanta in questo pazzesco, entusiasmante, unico 2017.

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