«Mi hanno messo anche su Internet»

Han rubato la macchina al Mario Dentro c'era tutta la sua allegria

Han rubato la macchina al Mario Dentro c'era tutta la sua allegria
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Una vecchia Lancia Zeta blu, sul vetro posteriore, attaccate con lo scotch, la foto di Papa Giovanni con il cappello da alpino e la locandina del prossimo raduno delle penne nere ad Asti. All’interno dell’auto una fisarmonica e un amplificatore. Tutti a Sorisole conoscevano quella macchina: era di Mario Novità, alpino classe 1943, orfano di guerra. Lunedì qualcuno gliel’ha rubata in pieno giorno, nel parcheggio vicino alla sua villetta, in via Garibaldi nella frazione di Azzonica. «La mattina sono uscito per alcune commissioni – racconta Mario sulla soglia di casa -, sono rientrato a mezzogiorno e l’auto era nel parcheggio. Quando sono uscito verso le 15 mi sono accorto che non c’era più». Un grande dispiacere per il pensionato, ex autista di pullman, dato che oltre al mezzo sono spariti anche la fisarmonica che usava per portare un po’ di allegria gli anziani delle case di riposo di tutta la provincia: «Il 5 maggio dovevo andare a suonare a Brembate Sopra, chissà cosa diranno adesso».

Il rammarico più grande è per il suo cappello da alpino: «Ce l’avevo da quando ho fatto il militare, tanti anni fa». La Lancia Zeta serviva a Novità anche per accompagnare la moglie malata a fare le visite. È mezzogiorno passato e Mario deve preparare il pranzo. Ma racconta volentieri la storia della sua vita e si intrattiene con i vicini che gli manifestano la loro solidarietà.

 

marioconauto

 

I ricordi si spingono fino a Roma: «Sono nato lì, poi i miei genitori sono morti e io non avevo più nessuno. Sono figlio di N.N., così ci chiamavano. Mi hanno messo per un po’ in orfanotrofio da Don Zeno Santini e poi mi hanno portato nel campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi, era il 1948 e io avevo 5 anni. Facevo parte dei Piccoli Apostoli». Gli occhi diventano lucidi, ma la tempra dell’alpino gli fa ricacciare indietro le lacrime: «Poi la contessa Pirelli di Milano ha donato a Don Zeno una struttura in Maremma, dove hanno costruito una specie di casa-famiglia, e mi hanno trasferito lì. Quando l’opera di Don Zeno ha chiuso, lui ha cercato altre sistemazioni per i bambini e ha trovato un valido appoggio in Don Bepo Vavassori. Lui aveva a disposizione alcune abitazioni nella provincia di Bergamo e, nel 1952, sono arrivato in Lombardia. Prima sono stato in collegio a Stezzano, poi a Endine, a Nembro e nel ’57 mi hanno trasferito in città. Una volta raggiunta la maggiore età, sono andato militare negli alpini e da lì ho fatto la mia vita, senza più nessun appoggio».

Mario si è trovato un lavoro, si è sposato ed ha costruito una famiglia, trovando anche il tempo per mettersi a servizio della comunità e degli altri. «Ho sempre fatto volontariato, faccio parte dell’Associazione Alpini di Azzonica e quando c’è bisogno do una mano. Non volevo tutta questa attenzione – precisa –, mi hanno messo anche su Internet (sul profilo Facebook Sei di Sorisole se… Ndr), ma spero tanto di ritrovare la mia macchina. Magari qualcuno ha visto qualcosa e si fa avanti».

Non è la prima auto che sparisce nella zona. Un paio di anni fa è stata rubata una vecchia Audi 80 utilizzata per fare una spaccata al tabaccaio di Petosino, mentre un mese e mezzo fa è stata la volta di una Fiat 500 parcheggiata davanti al parco di Azzonica.

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