il compleanno del campione francese

I sessant'anni di Alain Prost

I sessant'anni di Alain Prost
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60 anni di calcoli, rigore e metodo perché sapere cosa si vuole e dove si vuole andare non è una dote di tutti. Questo è stato, e probabilmente ancora un pò lo è, Alain Prost: terzo pilota più titolato nella storia della Formula 1 con quattro titoli mondiali, al pari del neo-ferrarista Sebastian Vettel e dietro Michael Schumacher (7) e Juan Manuel Fangio (5). Soprannominato il Professore per la maniacale cura di ogni singolo particolare con cui preparava i Gran Premi, ha avuto nella sua carriera due grandi obiettivi: vincere il campionato di F1 e battere i compagni di scuderia, con i quali quasi mai riuscì a mantenere un rapporto disteso e cordiale a causa del suo carattere particolare (solo in tre occasioni su 13 anni di carriera un compagno gli è stato davanti al termine della stagione). Freddo, distaccato, quasi disinteressato all’aspetto umano del suo lavoro, Alain Prost è passato alla storia non solo per i suoi moltissimi trionfi, ma anche per essere stato il primo pilota attivo a 360° gradi sulla monoposto. Questo suo eccesso di perfezionismo lo portava infatti a consigliare continuamente meccanici ed ingegneri, facendo notare alcuni pregi che avevano le macchine delle altre scuderie sottolineando mancanze e difetti della sua autovettura. Come quando nella stagione 1983, mentre era alla guida della Renault RE30C, non si fece folgorare dalle ottime prestazioni ottenute e cercò inutilmente di convincere il suo team che i motori della BMW Brabham, guidata dal rivale per il titolo Nelson Piquet, stavano diventando sempre più competitivi rispetto a quelli della scuderia francese. Risultato: negli ultimi 4 GP Prost si ritirò 3 volte, Piquet vinse 3 volte conquistando così il titolo mondiale con due punti di vantaggio sul francese.

 

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LA CARRIERA. Nato a Lorette, nel dipartimento della Loira, si avvicina alle vetture relativamente tardi, a 14 anni, continuando nel frattempo anche a studiare. Nel 1978 vince il campionato francese ed europeo di Formula 3, attirando su di sé le attenzioni della McLaren che lo invita a fare un provino assieme ai due piloti della scuderia: Watson e Cogan. Il giovanissimo francese stupisce tutti facendo registrare tempi migliori dei due automobilisti della scuderia inglese che gli offre un contratto già per una gara nel 1979, proposta declinata per “farsi le ossa” ancora in Formula 3. Dal 1980 il circuito della Formula 1 può vantarsi di avere tra i suoi protagonisti un super-campione come Prost che già nella prima stagione esalta le caratteristiche di una macchina ancora modesta come la McLaren-Ford. A Digione, suolo patrio, il 5 luglio 1981 Prost, passato nel frattempo alla transalpina Renault, ottiene la sua prima vittoria in F1, superando il britannico Watson e il brasiliano Piquet. Per il primo mondiale bisognerà attendere il 1985 quando, tornato su McLaren, vinse 5 Gran Premi (Brasile, Montecarlo, Gran Bretagna, Austria e Italia), battendo nettamente l’italiano Michele Alboreto su Ferrari. Il successo acquisì ancor più rilievo soprattutto a seguito di quello che era accaduto nella stagione precedente quando il Professore perse per 0,5 punti il titolo a vantaggio del compagno di scuderia Niki Lauda, tutt’oggi la distanza minore nella storia della F1 tra due piloti in lotta per il mondiale. Gli altri tre titoli furono conquistati dal francese nel 1986, in un duello epico con Mansell e Piquet, nel 1989, negli anni in cui si infiammò la rivalità con il compagno di scuderia Ayrton Senna, e nel 1993 quando, di ritorno dopo un anno di assenza dalle corse, il 38enne Prost vinse in sella alla Williams ottenendo 7 successi nel corso della stagione. Conclusa la carriera da pilota divenne commentatore televisivo per poi fondare la Prost Gran Prix che dal 1997 al 2001 scese in pista conseguendo come massimo risultato due secondi posti, con Olivier Panis nel 1997 in Spagna e con Jarno Trulli al GP d’Europa del 1999.

 

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SENNA. Come ogni grande sportivo che si rispetti anche Alain Prost ebbe durante la sua carriera un avversario senza del quale “Prost non sarebbe stato Prost”: Ayrton Senna. Caratterialmente opposto del francese, Senna era solare nella vita quanto sfacciato e spericolato nella guida e per questo faceva impazzire i tifosi. La disputa si accese nel GP di Monaco del 1984, quando una gara bagnata dalla pioggia scrosciante venne interrotta favorendo il leader della corsa Prost, mentre il brasiliano su Toleman era lanciatissimo verso il recupero della prima posizione. Ma Senna vs Prost è stata soprattutto la battaglia scatenatasi nelle stagioni 1988 e 1989 quando entrambi correvano su McLaren. Nel 1988 Senna vinse il titolo nonostante ai punti fosse secondo dietro Prost (94 vs 105): ciò fu reso possibile da una regola della F1 che prevedeva che un pilota potesse “salvare” solamente 11 risultati buoni da lui ottenuti nei 16 GP (avvantaggiando in tal modo quelli che avevano conseguito più vittorie). Il GP del Giappone del 1989 invece rappresentò l’apice della loro rivalità.

 

 

Senna infatti tentò il tutto per tutto, cercando di sfruttare il ritiro del francese, causato da un contatto avvenuto proprio col brasiliano, e con l’aiuto dei commissari riuscì a ripartire vincendo la corsa. Al termine della gara Senna venne squalificato e Prost vinse il titolo tra le polemiche che lo portarono a decidere di abbandonare la McLaren, accasandosi in Ferrari dove sempre in Giappone nel 1990 si consumò l’ennesimo episodio delicato della sanguinosa rivalità. Prost infatti venne tamponato al primo giro da Senna ed entrambi finirono fuori dai giochi per la gara, avvantaggiando così Ayrton nella conquista del titolo.

 

 

Lo scontro tra i due era avvertito anche dagli altri piloti del circuito automobilistico, ma anche qui non si sapeva per chi propendere: James Hunt, campione del mondo nel 1976, disse in proposito: «Prost si è bruciato il cervello a causa di Senna. Prima che la gara inizi, sa di essere battuto»; mentre Jackie Steward, tre volte mondiale nel 1969, 1971 e 1973, dichiarò: «Senna era troppo carico di emozioni. Questo era il suo limite: un grande talento portato a eccedere e di conseguenza a commettere errori. Se fossi stato un team manager avrei scelto Prost, che era chirurgico nella guida e nella condotta di gara. Molto più affidabile». Alla base della rivalità tra Prost e Senna vi fu sempre grande rispetto ed un’infinita stima, e terminò quando Ayrton, vincitore nel 1993 ad Adelaide (Australia), invitò Alain, giunto secondo, a salire sul gradino più alto del podio per festeggiare l’ultimo GP del grande campione francese. Anche per questo Prost ci tenne ad essere uno di coloro che portarono il feretro del pilota brasiliano dopo la tragica morte avvenuta ad Imola nel 1994.

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