Il caos calmo della Dea che dorme

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Un caos calmo avviluppa l’Atalanta che, ancora una volta si alza presto, ma si sveglia tardi. Becca tre gol in casa dalla Fiorentina, ne segna due, però perde in casa e porta a 11 le partite senza vittoria, con 5 pareggi e 6 sconfitte. Se non ci fosse stata la splendida partenza iniziale, questa squadra sarebbe in piena zona B. Fermo restando che adesso viene il brutto, se anche l’irriducibile Verona (18 punti) crede nella salvezza dopo avere vinto il derby con il Chievo, mentre Carpi (20 punti) e Frosinone (23 punti) guatano la squinternata Samp (25 punti, di cui 9 raggranellati nelle ultime 14 gare).

In particolare, impressiona la grinta delle ultime tre in classifica e sarebbe ora, come invoca Reja, che anche l’Atalanta tirasse fuori gli attributi e la piantasse una volta buona di pensare di essere già salva. Vedremo se sarà finalmente capace di farlo domenica a Modena contro il Carpi che, a scanso di equivoci, è il caso di dirlo senza se e senza ma, sarà già uno spareggio salvezza come lo sarà Samp-Frosinone: se i ciociari batteranno i blucerchiati, addirittura li sorpasseranno. E, dopo il Carpi, l’Atlanta riceverà la Juventus a Bergamo.

Alla penultima giornata dell’andata, i nerazzurri contavano 24 punti: se ne avessero presi altri tre, avrebbe chiuso la prima parte del torneo a una quota record. Da lì in poi, però, la squadra si è afflosciata e le partenze di gennaio c’entrano sino a un certo punto: né Moralez né Denis né Grassi avrebbero evitato il tracollo dell’ultimo periodo che è, prima di tutto, psicologico. Reja ha spiegato come la Fiorentina si sia svegliata soltanto dopo il gol di Mati Fernandez. Può essere. E, acclarato come il pessimo arbitro Celi dovesse espellere Babacar dopo lo schiaffo a Toloi, le parole del tecnico sono insufficienti per spiegare questo momento no che non finisce mai, come la saga delle espulsioni: dodici cartellini rossi sono tanti, sono troppi. Anche perché la seconda ammonizione di Conti ha fatto perdere un minuto e mezzo di troppo nel finale di partita.

In soldoni: non è il caso di drammatizzare, perché ci sono ancora 36 punti a disposizione, ma, d’ora in avanti, è tassativamente proibito sbagliare. Dove tassativamente significa obbligatoriamente, inevitabilmente, categoricamente, perentoriamente.

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