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Il chierichetto del Beato Sandro Dordi e la messa (mancata) di Sant'Alessandro

Nei giorni del patrono era a Bergamo don Juan Osorio, "discepolo" del martire bergamasco. Peccato non averlo invitato in Cattedrale

Il chierichetto del Beato Sandro Dordi e la messa (mancata) di Sant'Alessandro
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di Ettore Ongis

Uno dei fatti più importanti che hanno segnato la chiesa bergamasca negli ultimi trent’anni - trentadue per l’esattezza -, è stato l’assassinio in Perù di don Alessandro Dordi, prete missionario diocesano.

Nato nel ’31 a Gromo San Marino, frazione di Gandellino, don Sandro era il secondo di tredici fratelli. A 18 anni entrò a far parte della Comunità del Paradiso e a 23 fu ordinato sacerdote. Destinato al Polesine devastato dalle alluvioni, divenne in seguito cappellano degli emigrati bergamaschi in Svizzera e nel 1980 fu inviato a Santa, in Perù.

Qui, il 25 agosto 1991 venne assassinato dai guerriglieri di Sendero Luminoso. Negli stessi giorni, i maoisti del Paese sudamericano uccisero anche due giovani frati francescani polacchi.

Di don Alessandro e dei due frati la Chiesa ha riconosciuto il martirio e tutti e tre sono stati proclamati beati. Don Dordi riposa oggi nel cimitero del piccolo paese dell’Alta Valle Seriana, a migliaia di chilometri di distanza dalla terra in cui testimoniò il Vangelo.

Quel "discepolo" venuto dal Perù

Nei giorni scorsi a Gromo San Marino, a trovare don Alessandro è andato un suo chierichetto, Juan Daniel Sabogal Osorio, 48 anni, giunto appositamente dal Perù.

Padre Juan è un miracolo vivente: all’età di tre anni e mezzo gli venne diagnosticato un linfoma di Hodgkin, le chemio e le radioterapie gli hanno salvato la vita, ma le conseguenze sul suo corpo sono state devastanti: perdita parziale della memoria, torace deformato, colonna vertebrale deviata, corde vocali danneggiate (ha una voce molto sottile), l’impossibilità di crescere in statura. Tra una preghiera e l’altra, padre Osorio è sopravvissuto e nel 2004 è diventato sacerdote.

Don Juan Osorio con il primario di Cardiologia, Michele Senni

Le sue disavventure fisiche, tuttavia, non sono mai finite: a 22 anni ha avuto un’emorragia interna ed è sopravvissuto non si sa come; poi sono cominciati gli svenimenti dovuti a problemi cardiovascolari. Le radiazioni hanno danneggiato in maniera irreparabile anche il cuore. E nel maggio dell’anno scorso a don Juan (...)

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