Il nuovo primario dell'Oncologia del Papa Giovanni e i suoi quattro pilastri per il futuro
Alberto Zambelli ha sostituito Carlo Tondini alla guida del reparto. Proviene dall’Humanitas ed è docente in Bicocca
di Paolo Aresi
Carlo Tondini se ne va, Alberto Zambelli prende il timone della Oncologia del Papa Giovanni di Bergamo.
Il nuovo primario viene dall’università e dalla Humanitas, ha lasciato il privato per tornare nel pubblico, perché «Qui trovo le parole sorgive, le ragioni per le quali ho voluto fare il medico». Vuole che l’Oncologia del Papa Giovanni diventi ancora di più un’eccellenza e che si avvii un’importante stagione di ricerca non soltanto clinica, ma anche di laboratorio. Dice che la collaborazione fra reparti, medici e ospedali è fondamentale per la cura dei pazienti, che bisogna spingere sull’acceleratore in questa direzione.
Zambelli qui nel suo studio della Torre Sei spiega il suo ritorno a Bergamo: «È la mia città e questo è un ospedale di eccellenza. Non ho accettato l’incarico per nostalgia, ma perché credo nella sanità pubblica, perché una struttura come questa, con questa qualità, mi riporta ai valori che mi hanno spinto a fare il medico, concetti come equità e universalità delle cure, come sanità giusta per tutti e non solamente eccellente per pochi. Ecco, penso che fino a quando le strutture pubbliche saranno basate su queste idee allora resteranno attrattive per i professionisti che vogliono spendere la loro competenza a favore della gente comune».
Zambelli è comunque soddisfatto dell’esperienza di docente e di medico fatta in Humanitas. «È una struttura privata che mi ha consentito una crescita formativa, dove si fa una ricerca di alto livello e quindi si attua una importante capacità di innovazione. Penso che si possa fare lo stesso anche qui. Per questa ragione è necessaria la collaborazione stretta con l’università di Milano Bicocca e anche quella con l’università di Bergamo».
Tra gli obiettivi c’è quello di portare la ricerca di laboratorio anche nella Oncologia del Papa Giovanni. Un progetto ambizioso: dare forma a una realtà di collaborazione fra ricerca in laboratorio e ricerca clinica, che in Italia si realizza in poche situazioni come, per esempio, nelle strutture Ircss (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) come il San Gerardo di Monza, il Niguarda, l’Istituto Nazionale Tumori.
La realtà universitaria nell’ospedale di Bergamo è presente da tempo: da oltre sette anni la facoltà di Medicina e chirurgia in lingua inglese di Milano Bicocca ha sede al Papa Giovanni e coinvolge circa sessanta studenti per anno. Al progetto partecipano l’università di Bergamo e l’università del Surrey, in Gran Bretagna. Anche la specializzazione in radiologia di Milano Bicocca si svolge al Papa Giovanni. Continua Zambelli: «Insieme al dottor Tondini abbiamo cercato soluzioni di questo tipo per spingere in avanti l’oncologia anche sul nostro territorio, la collaborazione con la realtà universitaria, con la ricerca sperimentale è fondamentale».
Zambelli racconta che l’Oncologia medica in Italia (...)
Sono felice di sapere che esistono ancora medici che credono nel servizio sanitario italiano e che vogliono o almeno vorrebbero trovare un sistema e con la ricerca e gli studi della nostra nuova generazione di medici credere di addirittura curare e magari sconfiggere il cancro che sarebbe anche ora. (Scusate il mio pessimo italiano ma ho solo la licenza media) Grazie per tutto quello che fate per noi poveri "pazienti" malati.