Il poliziotto-podista di Clusone dona il suo stipendio agli ospedali. E si becca una sanzione
Antonino Lollo, in servizio alla Stradale di Vercelli ma atleta della Bergamo Atletica '59 - Oriocenter, è stato "punito" per le interviste rilasciate dopo il suo bel gesto
Qualcuno dice che il karma esiste e che la ruota gira, ma a volte i bei gesti non solo non vengono riconosciuti, ma finiscono addirittura per ritorcersi contro i loro autori. È successo ad Antonino Lollo, agente trentenne della Polizia stradale di Vercelli ma residente da tempo a Clusone, nonché podista di talento della Bergamo Atletica '59 - Oriocenter, che dopo aver donato una mensilità del suo stipendio agli ospedali di Sant’Agata Militello, Barcellona Pozzo di Gotto (la Sicilia è la sua terra d'origine), Vercelli e al Papa Giovanni di Bergamo è stato punito con un provvedimento disciplinare dalla Polizia Stradale piemontese presso cui presta servizio. Il motivo? Aver rilasciato delle interviste (una in particolare, a La Stampa) senza il consenso dei suoi superiori. E ciò nonostante nelle interviste parlasse del suo bel gesto.
A metà febbraio, Lollo ha corso ai campionati italiani di Verona. Poi è tornato a casa, a Clusone, dove ormai risiede da diverso tempo. E proprio qui ha iniziato a non sentirsi molto bene. Prima che scoppiasse l'emergenza Coronavirus, il poliziotto-podista ha accusato sintomi da Covid-19 e si è messo in malattia (il primo tampone era comunque risultato negativo). Successivamente, la quarantena prima e il lockdown poi, non gli hanno permesso di tornare al lavoro. E così ha passato gli ultimi due mesi proprio nel cuore della tragedia causata dal virus, in Val Seriana. Anche per questo ha deciso di donare il suo stipendio a quattro ospedali, come ha spiegato a La Stampa a fine aprile: «Qui per settimane ci sono state ambulanze e campane a morto ogni giorno. La situazione è migliorata solamente prima di Pasqua. Ho smesso di allenarmi per strada ben prima dei blocchi, per una forma di rispetto verso chi qui ha perso qualcuno. Nella mia stessa società ci sono stati contagi. Qui la gente, vista l’emergenza e come ha colpito il virus, è stata davvero molto rispettosa delle regole. Volevo dare un contributo al sistema sanitario nazionale».
Purtroppo, questa sua intervista (così come altre dichiarazioni rilasciate in precedenza a L'Eco di Bergamo e a La Gazzetta del Sud, tutte inerenti alla sua attività sportiva) non è andata già ai vertici della Stradale piemontese che, come spiegano i colleghi di PrimaVercelli, lo hanno punito ritenendo il suo comportamento «non conforme al decoro degli appartenenti alla Pubblica sicurezza».
Una vicenda francamente assurda, tant'è che in difesa di Lollo si è mosso il Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia): «Per tutti noi poliziotti il gesto del nostro collega è stato motivo di orgoglio e profonda ammirazione, un esempio per tanti». Ciro Dellisanti, segretario Siap di Vercelli, ha poi aggiunto: «Il dirigente nelle sue contestazioni ritiene che il collega abbia tenuto un comportamento non conforme al decoro delle funzioni dell'Amministrazione della Pubblica sicurezza. Ma stiamo scherzando? Il nostro collega con il suo comportamento ha dato lustro all'amministrazione, e chiediamo con forza che questa bizzarra contestazione venga immediatamente archiviata, restituendo credibilità alla nostra amministrazione che non ha certo bisogno, tanto meno in questo momento, di questa pubblicità anzi, sarebbe opportuno da parte sua premiare il nostro collega per essersi distinto per generosità e senso civico in un momento di particolare difficoltà in cui versa l'intero Paese».