Il portiere pigliatutto di Gibilterra Durante la settimana fa il pompiere

Per Bastian Schweinsteiger l’errore dal dischetto più importante della sua carriera calcistica resterà certamente quello della finale di Champions League del 2012 contro il Chelsea all’Allianz Arena: il suo destro finì sul palo e privò lui, tedesco e bavarese, del sogno di trionfare nel suo stadio davanti ai suoi tifosi. Alla luce di quello sbaglio, tutti gli altri rigori hanno un sapore ed un rammarico ben diverso per Bastian; ma forse quello calciato sabato ha un qualcosa di differente, anche perchè ad ipnotizzare il tedesco c’era un portiere che di professione spegne incendi. E l’incendio sabato sera a Faro era rappresentato dalla Germania campione del mondo in carica che, nella sesta giornata del Girone D di qualificazione agli Europei del 2016 in Francia, sfidava la cenerentola Gibilterra, da due soli anni sedutasi al banchetto dei grandi Paesi d’Europa.
Gibilterra e Perez. Cinque partite disputate, prima del match coi teutonici, e cinque sconfitte con 27 gol subiti ed uno solo segnato. Fino a sabato sera Lee Casciaro, poliziotto adattato a difensore centrale, era l’unico calciatore di Gibilterra nella storia, grazie al primo gol ufficiale del Paese, segnato ad Hampden Park contro la Scozia. Ad essere sinceri nella storia di Gibilterra ci era entrato prima anche Jordan Perez, il portiere che nel 7-0 contro l’Irlanda a Dublino aveva realizzato il primo “goffo” autogol della storia del piccolo Stato. Dopotutto Perez nella vita non si allena tra i pali, ma fa il pompiere per la Fire City Brigade Gibraltar, mentre la domenica mette i guanti e scende in campo. Dalla stagione 2005-2006 ha difeso i pali di ben 5 squadre del Paese: i College Cosmos FC, che nel 2014 furono la prima squadra di Gibilterra a giocare l’Europa League, il Lynx FC, il Manchester 62, il Lincoln FC, squadra che vince il campionato consecutivamente da 12 anni e dove Perez ha vinto il suo primo titolo nel 2103-14, e il Lions Gibraltar FC, dove attualmente milita: quest'ultimo venne fondato nel 1966 da alcuni supporters inglesi, euforici per la vittoria del Mondiale casalingo. Curiosa la storia del Manchester 62: fondata nel 1962 come Manchester United FC da un gruppo di tifosi dei Red Devils che si erano rivolti al grande Matt Busby per ottenere il benestare sul nome, dal 2013-14 per questioni legate alla commercializzazione del brand sono stati costretti a cambiare in Manchester 62.
I miracoli tedeschi. Ma torniamo a sabato. Non sono ancora passati 10 minuti infatti quando Jonas Hector, difensore del Colonia, viene steso ingenuamente in area di rigore da Jake Gosling. Dagli 11 metri si presenta Bastian Schweinsteiger, uno dei migliori centrocampisti del mondo, e probabilmente Perez avrà pensato che quello sarebbe stato solo il primo di una lunghissima serie di palloni da recuperare alle proprie spalle. Così non accade perchè Perez para il tiro del mediano del Bayern dando fiducia ai suoi che fino al 27esimo minuto “tengono” lo 0-0 contro i tedeschi, prima di capitolare poi per 7 volte. Ma i gol potevano essere davvero il triplo: durante la partita il portiere-pompiere evita un passivo ben più largo con interventi davvero prodigiosi, come una parata su Hermann a dir poco inspiegabile.
Il carpentiere goleador. La storia di Perez ricorda quelle di tanti giocatori delle "micro-nazionali". Ragazzi che giocano a calcio nel tempo libero in campionati amatoriali, salvo una volta ogni tanto vestire la maglia della loro nazionale e, magari, trovarsi contro campioni strapagati. L'Italia, anni fa, fece la conoscenza delle Isole Fær Øer, affrontata dagli azzurri di Donadoni nelle qualificazioni agli Europei del 2007. In quel gruppo i professionisti erano ben pochi: il grosso della squadra era fatto di falegnami, meccanici, insegnanti o elettricisti. Per la cronaca il match finì 1-2 per gli Azzurri: Inzaghi siglò due reti, mentre il gol dei padroni di casa fu segnato da Rogvi Jacobsen (marcatura bissata nella gara di ritorno), carpentiere nella vita di tutti i giorni. La rete all’Italia procurò grande notorietà a quest’ultimo che venne contattato da club professionistici dei Paesi Scandinavi, contratti che rifiutò in quanto non voleva allontanarsi da casa e dal suo lavoro.