Incastrato dai pentiti

Il processo al "bravo ragazzo" che ispirò il film di Scorsese

Il processo al "bravo ragazzo" che ispirò il film di Scorsese
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La sua storia (criminale) è diventata famosa grazie ai Quei bravi ragazzi, il film di Martin Scorsese e con Robert De Niro, che nel 1990 vinse l’Oscar. Eppure Vincent Asaro, che non è rappresentato nella pellicola, è riuscito a fare passare sotto silenzio il ruolo ricoperto nella più grande rapina a mano armata che si possa trovare negli annali della cronaca nera statunitense. Asaro, l’uomo che ha tatuato sul braccio il motto “la morte prima del disonore” obbediva a un codice, mafioso, nato sulla base di relazioni sociali ed economiche esclusive. Nelle famiglie mafiose si era “bravi ragazzi”, cioè membri del clan. I capi erano “skipper” e ognuno dei sottoposti doveva loro cieca lealtà. Gli estranei venivano introdotti all’ambiente con un’espressione specifica: «è amico mio». Come a dire, «ti puoi fidare, rispetterà il silenzio».

 

Vincent Asaro, Gerald McMahon

 

L’arresto e il processo in corso. Asaro, ormai ottantenne, è stato arrestato l’anno scorso e da lunedì 19 ottobre è sotto processo, nella corte federale di Brooklyn. L’accusa è di avere partecipato alla rapina della sede Lufthansa avvenuta presso il Kennedy Airport (JFK) di New York, nel 1978 (raccontata appunto nel film), e di avere goduto di una buona parte del bottino, pari a 6 milioni di dollari. Asaro è inoltre sospettato di avere ucciso, nel 1969 Paul Katz, che la mafia sospettava collaborasse con la polizia. I resti dell'uomo sono stati trovati dall’ FBI nel 2013, presso una casa che una volta era occupata da James Burke, mafioso pure lui. Asaro ha raccontato che l’uomo sarebbe stato ucciso da Burke «con la catena del cane, perché pensavano che fosse un “ratto”». Suo cugino Gaspare Valenti ha invece affermato che Asaro e Burke hanno trasportato il cadavere di Katz in una casa libera del Queens, dove è stato poi nascosto sotto il pavimento. Poi, negli anni Ottanta, Asaro avrebbe ordinato al cugino di scavare e riportare in superficie i resti dell’uomo e di portarli in un altro luogo. A incastrare il boss mafioso è stato proprio il cugino, che probabilmente ha deciso di cooperare con la giustizia a causa di un torto subito dal parente, il quale non gli avrebbe dato la somma di denaro concordata prima della rapina. Al processo, oltre a Valenti, tra i testimoni contro Asaro c’era anche il boss dei Bonanno, Joseph Massino.

 

Vincent Asaro

 

La rapina più grande d’America. Alla fine del 1978 uomini armati e incappucciati presero d’assalto un terminal della Luthansa e rubarono circa 5 milioni di dollari in contanti, che la Germania stava restituendo agli Stati Uniti, insieme a gioielli dal valore di un milioni di dollari. La rapina fu progettata da James “Jimmy the Gent” Burke (interpretato da De Niro, nel film), un esponente della famiglia Lucchese affiliato ai Bonanno, e ricevette il benestare di Asaro, la cui famiglia considerava l’aeroporto una specie di dépendance. Quando il colpo venne portato a termine con successo, gli uomini erano in preda all’euforia. Pensavano di trovare due milioni di dollari, invece si trovarono tra le mani ben sei milioni. Si misero a separare gli orologi dai gioielli e dalle pietre preziose, in vista della spartizione del bottino. I cospiratori, infatti, avrebbero dovuto ricevere ciascuno 750mila dollari a testa, ma la maggior parte di loro non visse abbastanza per ricevere il denaro, o perché furono uccisi poco dopo il furto, oppure perché quel denaro non fu mai dato loro. In una registrazione fatta da Valenti, Asaro si lamenta: «Non abbiamo mai avuto ciò che ci spettava, quello che dovevamo prendere… Jimmy si è tenuto tutto». Ma i pubblici ministeri accusano Asaro di avere avuto, eccome, la sua parte, ma di averla tutta sperperata in scommesse. Soltanto a Massino, il suo vecchio capo, Asaro diede una valigetta piena di oro e di gioielli, in segno di tributo.

 

 

La caduta di Vincent Asaro. Asaro è riuscito a farla franca e a rimanere a piede libero per decenni, ma la sua vita, secondo gli investigatori, non è stata per nulla lussuosa. Negli anni Novanta è stato allontanato dai Bonanno a causa dei suoi problemi con le corse di cavalli e col gioco d’azzardo, perché gli impedivano di ripagare i debiti contratti. In poche parole, non era più affidabile. A un certo punto sarebbe stato perfino surclassato dal figlio, avviato alla “carriera” proprio dal padre. In una delle registrazioni, Asaro dice: «Jerry fa per sé. Ho perduto mio figlio. L’ho perduto, anche se l’ho reso uno skipper [capo di una famiglia criminale, nda], anche se ce l’ho messo io, lì». Le cose si sono messe meglio nel 2013, quando l’arresto o la morte di una serie di pezzi grossi ha permesso ad Asaro di tornare ad occupare il suo vecchio posto di uomo di fiducia dei Bonanno. Intanto, però, le confessioni rilasciate dai criminali arrestati hanno messo la polizia sulle sue tracce. Nel 2014 Vincent Asaro è stato arrestato, poco tempo dopo la cattura di suo figlio Jerome e di altri tre sospettati.

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