Joselyn "La Flaca", killer ventenne fatta a pezzi dai narcotrafficanti
Si chiamava Joselyn, aveva 20 anni e di professione era una narcosicaria, un killer al servizio del narcotraffico. Nella guerra dei cartelli della droga messicani è stata uccisa e il suo corpo è stato fatto a pezzi e ritrovato in una borsa frigo, di quelle che si usano per tenere in fresco la birra. Era insieme ai resti di altri corpi, che non si sa ancora a chi appartengano. Si sa solo che sono di un’altra donna e di un uomo. Il suo è stato riconosciuto grazie a un tatuaggio che la ragazza aveva sull’avambraccio destro e indicava il suo secondo cognome.
Il fenomeno delle narco-killer. Joselyn Alejandra Nino, questo il suo nome, era conosciuta come La Flaca (la magra), ed era una delle donne che sempre più numerose si inseriscono nel mondo del crimine messicano, fatto di cartelli del narcotraffico, violenza, morte. Di lei erano circolate alcune foto sui social network alcuni mesi fa. Sorrideva davanti all’obiettivo imbracciano un fucile automatico e indossando un giubbotto antiproiettile. Aveva assunto il soprannome di La Flaca, che nella cultura criminale messicana è molto usato per indicare le narcosicarie al soldo dei cartelli della droga. Donne che vengono reclutare dai narcos già da giovanissime. Meglio se graziose e con il viso da brave ragazze, per non insospettire i cartelli rivali o la polizia. Risultano difficile da riconoscere per il loro aspetto dolce e spesso minuto, ma la loro crudeltà è spietata. Più di quella dei colleghi maschi, sui quali vogliono imporsi. Dopo essere reclutate vengono addestrate e poi mandate in missione. Ciascuna di loro ha un compito preciso, per il quale riceve un particolare addestramento. Quello delle narco killer è un fenomeno che è andato via via aumentando da quando nel 2006 l’allora presidente messicano Felipe Calderon ha dichiarato guerra al narcotraffico: si è scatenata una lotta tra forze di sicurezza, cartelli e bande rivali che ha mietuto decine di migliaia di vittime.
Il cartello del Golfo. Stando a quanto hanno scoperto le autorità La Flaca lavorava per il temibile Cartello del Golfo, l’organizzazione che opera in 13 diverse regioni del Messico ed è dedita, oltre al traffico di stupefacenti, al contrabbando di armi a livello internazionale. Recentemente il suo capo, José Sanchez Garcia, noto anche come Gordo Cachetes (guance grasse), è stato catturato con un’operazione congiunta di Marina e polizia. Era ricercato da tempo perchè coinvolto in dozzine di omicidi e attività criminali lungo il confine con il Texas. È dal Cartello del Golfo che nel 2010 si sono separati i Los Zetas, che lavoravano per l’organizzazione come paramilitari e che oggi sono diventati il cartello più potente del Messico.
La macabra scoperta del corpo. La scoperta dei corpi a brandelli della Flaca e degli altri è stata fatta dalla polizia, per caso. Quel che resta di loro è stato rinvenuto in un camion abbandonato a Matamoros, la città dello Stato di Tamaulipas che costituisce un’unica zona metropolitana con Brownsville, sulla riva opposta del Rio Grande. Matamoros è la base operativa del Cartello del Golfo. Tra il ghiaccio le birre e i pezzi di corpo, è stato trovato un biglietto con la scritta: «Ecco la fine che fanno i fessi che ci mandate contro». Un chiaro messaggio dai clan rivali.
Le altre Flaca, prima di Joselyn. La Flaca è un nome di battaglia che era già stato adottato da altre due donne killer: Veronica Mireya Moreno, ex poliziotta legata al cartello Los Zetas, omicida e trafficante arrestata nel 2011, e Nancy Manriquez Quintanar, anch’essa arrestata perché al soldo del Los Zetas e rea di almeno una dozzina di omicidi. La prima rappresenta il caso più noto di narcosicario al femminile. Nel 2009, quando faceva la poliziotta era rimasta ferita in una sparatoria: le avevano dato un encomio e una ricompensa in denaro. Due anni dopo la Marina l’ha catturata durante un’operazione anti-droga: era diventata la responsabile della “piazza” per conto dei Los Zetas. Sulla sua auto una pistola, dosi di droga e sei telefonini.