La bella storia della Gatorade dato che compie cinquant'anni

È la bevanda energetica più nota nella storia dello sport, ha vari colori, testimonial di primo piano e compie cinquant’anni. Il prodotto di cui vi parliamo è nato come risposta a un problema molto serio per gli atleti americani, che negli anni Sessanta non avevano modo di evitare di disidratarsi. Quelli che soffrivano di più erano gli atleti che giocavano nelle zone più calde degli Stati Uniti e i giocatori di football americano. Rivestiti da divise e protezioni molto pesanti, dovevano affrontare sforzi fisici molto duri e prolungati. Nel 1965, Dewayne Douglas, dello staff dei Florida Gators, la squadra dell’Università della Florida, incontrò nel campus il dottor Robert Cade, responsabile del laboratorio della facoltà di medicina. Mai incontro fu più appropriato: solo una settimana prima una ventina di giocatori dei Gators erano finiti in infermeria con gravi sintomi di disidratazione e Douglas colse l’occasione per chiedere a Cade se potesse fare qualcosa a riguardo.
La formula del dottor Cade. Il dottor Cade si mise all’opera e organizzò un incontro con l’allenatore dei Gators, Ray Graves. Senza perdere tempo cominciò a lavorare alla formula di un integratore, insieme ad altri tre scienziati, James Free, Alex de Quesada e Dana Shires. I fluidi corporei e dunque i sali minerali persi dai giocatori durante l’attività fisica non venivano più recuperati durante una partita o un allenamento, e nemmeno i carboidrati. Serviva qualcosa che reintegrasse le sostanze nutritive. Dopo qualche settimana di lavoro, gli scienziati ottennero una bevanda energetica, che però non venne apprezzata dai Gators, perchè era troppo salata. Ci volle lo zampino di una donna, la moglie di Cade, per rimettere le cose a posto. Su suo suggerimento, il dottore aggiunse della limonata e il sapore divenne molto più accettabile. La bevanda venne inizialmente battezzata Gator-Aid: Gator perché la squadra era quella dei Gators, e Aid perché doveva essere un aiuto per i giocatori. La Food and Drugs Administration non permise tuttavia la registrazione del nome. Fu così cambiato in Gatorade.
Com’era il Gatorade degli inizi. Sia stato per merito della bevanda o sia stato per una sorta di effetto placebo, nei due anni successivi all’invenzione del Gatorade, i Gators giocarono meglio e vinsero più partite. La “nuova bevanda miracolosa”, come veniva chiamata, attirò anche le squadre delle Università di Richmond, di Miami e di altre ancora. Tutti volevano vincere bevendo Gatorade. La bevanda di Cade era efficace perché permetteva di reintegrare i carboidrati attraverso il sciroppo di glucosio e di fruttosio. Con il tempo il dosaggio fu perfezionato, fino a raggiungere i 60 grammi circa per litro d’acqua. La bevanda conteneva anche sali minerali (sodio, potassio e cloro), per evitare che gli atleti si disidratassero come in passato. I coloranti furono aggiunti solo in un secondo momento, per differenziare i gusti e per dare più incisività commerciale al prodotto.
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[Lo spot per i 50 anni di Gatorade]
Passaggi di proprietà. Nel 1967 il dottor Cade cedette i diritti all’azienda di bevande Stokely-Van Camp. Nel 1969 il coach dei Gators consigliò il Gatorade ai Kansas City Chiefs, squadra di NFL, che cominciarono a usarla durante un ritiro estivo in Missouri. Finirono per vincere il Super Bowl contro i più quotati Minnesota Vikings. La vittoria di Kansas City contribuì alla rapida diffusione del Gatorade, prima in NFL e poi in tutte le altre leghe professionistiche americane. Era l’inizio dell’impero Gatorade. Dagli anni Settanta in poi, infatti, il marchio divenne una presenza costante durante ogni partita di sport americano. Si registrò un cambiamento nel 1983, quando la Stokely-Van Camp vendette il brand alla Quaker Oats Company, oggi parte del gruppo PepsiCo.
Impero Gatorade. Gli anni Ottanta e Novanta hanno visto alcuni eventi che hanno interessato la storia di Gatorade, come l’istituzione nel 1985 del Gatorade Sports Science Institute (GSSI) a Barrington, nell’Illinois, un laboratorio nato per condurre ricerche riguardanti l’attività fisica e l’alimentazione sportiva. Nel 1987, poi, Harry Carson, giocatore dei Giants, rovesciò addosso al suo allenatore una cascata di Gatorade per festeggiare la vittoria del Super Bowl: da allora il gesto dell’atleta divenne un rituale codificato. La “Gatorade Shower”, infatti, è sopravvissuta fino ad oggi. Nel 1992 venne poi lo spot pubblicitario con Micheal Jordan, testimonial della bevanda dopo la fine del suo contratto con Coca Cola. Oggi il marchio, il quarto di PepsiCo., ha un valore di cinque miliardi di dollari ed è sponsor ufficiale di diversi atleti e di molte squadre di calcio, come Arsenal, Liverpool, Juventus, Milan, Roma e Barcellona.