La Leggenda del Grande Capitano Quella del vecchio che entra e fa gol

Un giorno, quando avrete i capelli grigi e l'aria stanca, ricordatevi di raccontare ai vostri nipoti la Leggenda del Grande Capitano. Ricordatevi della notte all'Olimpico, quando l'Allenatore guardò la panchina e disse al più vecchio di tutti di alzarsi e di entrare, senza spiegargli granché, perché l'età ha almeno questo santo privilegio. E raccontategli che dopo un lampo di tempo arrivò in area un pallone veloce e ruvido come la pietra, e che il vecchio campione toccò quel pallone con l'eleganza di un cigno riuscendo a metterlo dentro la porta trasformandolo in gol. Non dimenticatevi del rigore, e di quello strano momento (è proprio un attimo, due-tre secondi, non di più), uno strano silenzio tra il fischio e il rumore tiro, prima del gol. Quella di Francesco Totti è una storia semplice e bella, ma per molti versi logica e naturale. È la storia di ognuno di noi, di un bambino che il pomeriggio guarda la tv insieme al fratello perché fanno vedere quei cagnacci del wrestling strapparsi le tutine elastiche e darsi addosso come pazzi, un vero sballo; ha i poster in camera, fa le figurine dei calciatori, ovviamente sogna di giocare in Serie A e siccome è meglio arrivare preparati, beh, si è studiato un campionario di esultanze per quando un giorno farà gol.
https://youtu.be/Ur5vklpbyhE
Dal primo, che realizzò in una bella giornata di sole contro il Foggia nel 1994, ne sono arrivati altri, tanti, uno dietro l'altro, belli e furbi, intelligenti e scaltri, su punizione, su rigore, col pallonetto, con lo scavino, il tocco sotto, qualcuno brutto che ci sta sempre, gol pensati e gol segnati d'istinto, con la pancia, con la speranza di completare una rimonta, con la consapevolezza di aver già vinto la partita. Eppure nemmeno questa galleria di acrobazie riuscirebbe a raccontare da sola la Leggenda del Grande Capitano. Perché mancherebbe Roma e la sua gente. Non c'è una storia simile a questa in tutto il creato del pallone. A Baggio gli dei hanno concesso l'aura, la sofferenza e il tormento per non aver vinto abbastanza. A Del Piero, amico-rivale di Francesco, è mancata l'epica, proprio come a molti altri fuoriclasse. Maradona tornò a giocare (e forse non ha smesso mai), ma i vizi e i chili di troppo rovinarono un po' il finale. A quasi 40 anni quella di Totti ci era sembrata una storia struggente, di uno che lottava contro il tempo e non voleva arrendersi all'idea di invecchiare. In carriera ha vinto 8 trofei (tanti o pochi chissà) e segnato 303 con la maglia giallorossa.

AS Roma's Francesco Totti celebrates after scoring the 2-2 goal during the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

Roma's Francesco Totti (C) jubilates with his teammates after scoring the goal 3-2 during the Italian Serie A soccer match AS Roma vs Torino FC at Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

AS Roma's Francesco Totti scores the 3-2 goal during the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

AS Roma's Francesco Totti celebrates after scoring the 3-2 goal during the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

Roma's Francesco Totti jubilates after scoring the goal 3-2 during the Italian Serie A soccer match AS Roma vs Torino FC at Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

AS Roma's Francesco Totti celebrates after scoring the 3-2 goal during the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

AS Roma's Francesco Totti celebrates with his coach Luciano Spalletti after the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

AS Roma's Francesco Totti celebrates after scoring the 2-2 goal during the Italian Serie A soccer match between AS Roma and FC Torino at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 April 2016. ANSA/ETTORE FERRARI
Perché non gli basta? Noi, che con il calcio ci illudiamo sempre, c'eravamo fatti uno di quei sorrisi alla Harrison Ford che ancora torna sui luoghi di quand'era un giovane attore, un'alzata di spalle, e se vuole ancora recitare quel ruolo faccia pure. Un capriccio, o una volontà. Qual è la differenza? Ma dopo i litigi con l'Allenatore la storia di Totti si era trasformata in un'eresia. Come osate toccare il Capitano, come osate macchiare la storia? E mentre il mondo parlava e si avvelenava, si divideva sul giusto e lo sbagliato, su come fare a gestire quella figura ingombrante e fragile, lui si accontentava di tornare un po' bambino, di entrare in campo (va benissimo anche alla fine, ci si accontenta) per poter comunque decidere le partite come faceva a quindici, venti e trent'anni. Come ha fatto sempre. Come ha fatto contro il Torino in una notte da leggenda. Oggi la storia di Totti è uscita dal tempo e dallo spazio. È qualcosa di più grande, che fa piangere la gente, fa venire la pelle d'oca, i brividi, e ci fa emozionare. Peccato manchino 70 giorni alla fine del contratto. Ma si è mai visto una leggenda finire così?