La meraviglia di questa Dea e la grandezza di "nonna" Ilicic

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C’è un tempo per tutto, dicono. E, questo, è sempre il tempo per applaudire la stratosferica Atalanta che ha dato spettacolo al Mapei Stadium, lo stadio delle euroimprese, il posto del cuore per migliaia di tifosi bergamaschi, in uno stato di legittimo delirio. Oggi, la Dea ha firmato una delle più grandi vittorie esterne della sua storia in Serie A, paragonabile per qualità del gioco alla storica impresa di Liverpool in casa Everton. Mai l’Atalanta aveva realizzato 39 gol nel girone d’andata: una macchina da guerra che in 19 partite ha segnato più dei marziani juventini del Marziano Ronaldo, divenendo la formazione più prolifica del torneo.

In Emilia, il capolavoro l’hanno scandito la seconda tripletta stagionale di Ilicic, il decimo gol di Zapata in campionato (l’ottavo nelle ultime sei gare durante le quali è andato sistematicamente a segno), il quinto centro di Gomez, le splendide parate di Berisha, la quarta rete di Mancini, una spettacolosa prova d’orchestra che, ancora una volta, esalta il gioco di Gasperini. Questo allenatore onora la scuola tecnica italiana e dà ragione ad Antonio Percassi che lo vuole per sempre a Bergamo. L’ovazione tributata dalla gente atalantina al presidente, a Gasp, alla squadra, per due volte chiamati sotto la curva del Mapei, la dice lunga su una meraviglia che non finisce mai. Chi ama l’Atalanta, non dimenticherà mai le emozioni indicibili che questo gruppo ci regala da tre stagioni a questa parte.

Sopra l’autentico trionfo di Reggio Emilia, si staglia la figura di Josip Ilicic che Gasperini ha rivelato essere chiamato dai compagni La Nonna, poiché lamenta sempre qualche acciacco e ha un atteggiamento fintamente indolente. Ilicic merita applausi non soltanto per i tre gol segnati in 16 minuti, ma, soprattutto, perché la sua grandezza risalta una volta di più ripensando alla sua drammatica estate, al ricovero in ospedale, al malanno che, addirittura, rischiava di fermarne la carriera come lo stesso attaccante ha confidato quando è ritornato in campo.

La forza di questa Atalanta risiede non soltanto nel suo patrimonio tecnico, nell’organizzazione di un club modello che coniuga i risultati sul campo allo sviluppo a 360 gradi di ogni suo settore, a cominciare dalle strutture di Zingonia, dal nuovo stadio che verrà. Come Bergamopost scriveva al tempo della campagna europea, è il caso di ripetere: il bello deve ancora venire. E viva la Nonna.

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