In Nepal

La nuova sfida del barista-alpinista di Oriocenter: scalare l'Island Peak da solo

Pietro Gatti, titolare del bar "Check In", non è nuovo a questo tipo di imprese. Ma questa volta ha deciso di provarci senza compagni

La nuova sfida del barista-alpinista di Oriocenter: scalare l'Island Peak da solo
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di Matteo Rizzi

La passione, il permafrost, i ghiacci e le vette chiamano. E Pietro Gatti, di nuovo, inevitabilmente, risponde presente: oggi (venerdì 10 marzo) è cominciato un nuovo capitolo dell’appassionante storia del barista-alpinista. E così il “Check In”, storico locale di Oriocenter aperto da ventidue anni, verrà affidato alla co-proprietaria, nonché moglie di Gatti, mentre lui sfiderà i seimila metri dell’Imja Tse (ai più noto come Island Peak), che si trova in Nepal e fa parte della catena dell’Himalaya. «Niente di mostruoso - minimizza lui, che solo un anno fa aveva sfidato il Denali, in Alaska -, anche se è pur sempre un seimila metri».

Pietro Gatti in Alaska

L’Impresa con la “I” maiuscola, racconta lui, potrebbe invece provarla alla fine dell’anno: «Se riuscirò a trovare le sponsorizzazioni, il tempo e i fondi, realizzerò il mio sogno della spedizione in Antartide: lì le condizioni sono davvero estreme, impressionanti».

Ma chi è quest’uomo che, tra un cappuccino e una spremuta, pensa a come spingere i propri limiti a livelli inconcepibili per la maggior parte di noi? «La passione per la montagna ce l’ho fin da quando sono piccolo e da giovanissimo avevo scalato praticamente tutte le Prealpi Orobie, che sono montagne meravigliose e che pian piano mi hanno fatto interiorizzare quell’emozione assoluta che provo ogni volta che arrivo in vetta. Poi, col tempo, ho iniziato a guardarmi attorno, a puntare a vette sempre più alte, come il Monte Bianco o il Monte Rosa, dove si inizia a familiarizzare con i limiti imposti dal freddo e da ghiaccio e neve. A un certo punto, dopo tanti anni di montagne, mi sono reso conto che in Europa non c’era più nulla che potesse spingere oltre i miei limiti, e così sono iniziate le spedizioni».

Il bar Check In di Pietro Gatti e della moglie a Oriocenter

Meno di un anno fa, a giugno 2022, l’impresa del Denali: «Lì abbiamo incontrato una temperatura costantemente sotto lo zero, stazionante tra i -15 e i -40 gradi: ci siamo preparati alla spedizione per un anno, ma sul Denali è tutt’altra cosa e bisogna essere veramente pronti». Insieme a lui, in quell’avventura c’erano anche Renato Malatesta e Mario Salvi, entrambi con importanti curriculum e diverse ascese in alta quota. Questa volta, invece, Gatti sarà solo: «So che è una delle cose più sbagliate - ammette -, ma a volte è difficile organizzarsi, fare combaciare le ambizioni di tutti, trovare dei compagni di viaggio, e quindi tra il non andare e l’andare da solo, ha scelto l’andare da solo».

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