La posta degli amori sfigati Ci si innamora sempre da soli

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Cara Alba,
Sono Kevin e non ci sto capendo niente. Di solito tendo a prendermi la colpa di ciò che mi succede, ma in questo caso non me la sento. Ti spiego meglio. Esco da un po’ di tempo con questa ragazza e le cose vanno bene. Mi piace e fa esattamente le cose che vorrei facesse una ragazza con me. Il problema è che le fa, non le dice. Di solito la gente parla, parla e non passa mai ai fatti. Qua siamo all’opposto: da un lato lei dice di voler fare le cose con calma, mi spiega che arriva da una storia lunga finita male e che non vuole correre; dall’altro va dritta come un treno. Sembriamo fidanzati, altro che andare piano. E a me va benissimo, perché ci sto bene e mi piace. Peccato che poi parli. E questa enorme differenza tra parole e fatti mi fa impazzire. È come se avessi a che fare con due ragazze diverse: quella che parla e quella che fa. Io a quale devo credere? Perché va bene tutto, ma non è che posso passare la vita a farmi domande e a rispondermi sempre e soltanto “boh”.
Confusamente,
Kevin.

 

Caro Kevin,
Non ascoltare quello che dicono, ma guarda quello che fanno. Sarebbe facile, se solo un innamorato trovasse consolazione in qualsiasi cosa che sia meno di “tutto”. L’oscillazione tra una speranza e subito una smentita ti costringe a un continuo lavoro di interpretazioni, di domande e risposte, ti illude di poter capire qualcosa e poi, al successivo segnale inverso, a teorizzare con certezza matematica l’esatto opposto. In questo lavoro sei solo. Ed è così che ci si innamora: soli. Avviluppati ciascuno nella propria rete di ipotesi. Soli ad aspettare un messaggio, a spostarsi un po’ in là, per vedere se ti riprendono e fare cinque passi indietro, se nessuno si muove. L’amore ci vuole così, suoi prigionieri. E non importa se non ci hanno detto “ti amo”, se ci hanno detto “non ti amo”, “non so cosa voglio”, “non sono pronto”. Basta molto meno per sigillare questa gabbia. Il mio consiglio è di allontanarti. Via, lontano. Questi indecisi ti trasformano nella versione più stupida e debole di te stesso. Tu aspetti, loro campano. Tu sbagli tutto, loro restano impeccabili e perfetti. Tu resti immobile e ti stanchi, loro sono indaffarati a pensare ad altro, sorridenti e sicuri. Mettiti al riparo, esci dalla gabbia. Come finisce questa storia, Kevin, non lo so e non lo scopriremo continuando a chiedercelo. Ma so che quelli che devono trovarci, ci trovano anche oltre la rete.
Alba

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