La storia di Filippo Ubiali di Mozzo, classe 1937 e vero pioniere dei videogiochi
Nelle trecento pagine del volume di Andrea Contato si racconta dell'imprenditore, originario del paese e papà di Tele Gioca e Lem 200
di Dino Ubiali
Tele Gioca, Lem 2000. Nomi che a molti over sessanta riportano alla mente la gioventù spensierata, quando oltre al pallone, per chi se lo poteva permettere, si giocava ai primi videogiochi.
Santa Lucia, Natale o la Befana erano le ricorrenze utili per scrivere una letterina e ricevere sotto l’albero la scatola con all’interno, una parola grossa ai tempi, un videogioco con tanta elettronica dentro.
Siamo verso la fine degli anni Settanta e forse non molti sanno che quelle console di videogiochi, furono il frutto dell’intuito imprenditoriale di un mozzese: Filippo Ubiali. Nacque a Curdomo nel 1937 in via Crocette, ma in territorio di Mozzo – durante quel periodo in cui i Comuni di Curno, Mozzo e la Dorotina si unirono in uno solo, Curdomo appunto.
A settembre di quest’anno è stato pubblicato un libro che ne celebra le gesta, dalla fondazione della sua azienda, la Cabel, nel 1973 che fu la svolta della sua carriera professionale. Ma non solo: un caso internazionale, oggetto di studio, quando nel 1977 Filippo decise di cedere ai dipendenti l'azienda per fondare una Cooperativa.
Il libro è nato dal desiderio di Andrea Contato, appassionato dei primi videogiochi ora vintage, di conoscere Ubiali e di raccontarne la storia imprenditoriale.
«A febbraio 2020 – ha ricordato Contato nel suo libro – dopo anni di ricerche infruttuose, trovai finalmente una pista da seguire per arrivare a qualcuno che potesse raccontarmi la storia della compagnia che aveva costruito il Tele Gioca e i suoi fratelli».
Contato trovò in un articolo di giornale il contatto che gli permise di avvicinare Filippo Ubiali. «Chiamai Filippo e (...)