La storia del chirurgo del Papa Giovanni che dopo otto mesi ha sconfitto il Covid
Riccardo Gotti, 49 anni, è chirurgo vascolare all'ospedale di Bergamo. Si è ammalato nei primi giorni del contagio. La sua vicenda è stata raccontata in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica
Ha lottato contro il Covid per circa otto mesi, di cui quattro trascorsi nelle corsie dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. È stato anche ricoverato in terapia intensiva e intubato per diverso tempo, ma alla fine, fortunatamente, ha sconfitto il morbo. È la storia di Riccardo Gotti, 49 anni, di cui 12 trascorsi proprio all’ospedale di Bergamo come chirurgo vascolare.
Una testimonianza toccante e che colpisce, raccontata in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica e raccontata attraverso un post su Facebook anche dal governatore Attilio Fontana. «Sono come morto per 75 giorni, dopodiché non mi riconoscevo più», dice il medico in un passaggio dell’articolo. Il giovane medico adesso sta «quasi bene», ma gli effetti della malattia si fanno ancora sentire, tanto che quotidianamente, per due ore al giorno, effettua esercizi riabilitativi e si esercita per tornare presto al lavoro.
Riccardo Gotti è stato tra i primi pazienti ad ammalarsi, quando ancora non si aveva idea dell’impatto che la malattia avrebbe avuto nella Bergamasca. Il dottore cura un anziano signore che si scoprirà poi essere positivo. Due giorni dopo anche lui ha la febbre e viene portato in pronto soccorso. A marzo il ricovero e l’aggravarsi della malattia, fino all’ingresso nel reparto di terapia intensiva. Qui i colleghi saranno costretti a curarlo prima utilizzando il casco Cpap, poi, vista la gravità del quadro clinico, a intubarlo.
Resterà in questa condizione fino al 15 maggio, quando il virus inizia a retrocedere ed è possibile cominciare a scalare la sedazione. Il 22 giugno, finalmente, piò riaprire gli occhi. Verso la metà di luglio inizia quella che si essere definita una “seconda vita”: Riccardo viene dimesso dal Papa Giovanni e trasferito all’ospedale degli Angeli di Mozzo, dove resterà fino a ottobre.
Nell’intervista non manca un cenno anche sulle teorie sostenute da negazionisti e no-vax. «In tv sentivo i deliri di negazionisti e no-vax e mi facevano imbestialire». Soggetti a cui il medico ritiene non si debba neanche ribattere «non devo spendere parole né energie».