La vacca più bella di Bergamo
Sabato 24 ottobre si è svolto a Bergamo il Concorso Regina e Reginetta delle Valli: una sorta di super-coppa tra le vacche vincitrici delle varie fiere svoltesi nei mesi scorsi in tutta la Provincia. La cornice era splendida: la fiera si infatti svolta nel Prato della Fara, proprio di fronte all’ex-monastero di Sant’Agostino. In questo modo le vacche brune alpine, protagoniste della vita delle valli, sono diventate protagoniste almeno per un giorno anche della vita cittadina.
Chi c’era. Le concorrenti ammesse alla competizione, vacche e manze, erano le vincitrici di dieci mostre zootecniche: Roncola, Serina, Valtorta, Branzi, Clusone, Dossena, Taleggio, Valle di Scalve, Camerata Cornello, Parco dei Colli. A fianco del ring e dei paddock c’era inoltre una colorata serie di bancarelle: è stata infatti colta l'occasione per parlare anche dei prodotti del territorio e ovviamente venderli. C'erano il Formai de Mut, il vino e i salami della Valcalepio, formaggi della Valtaleggio, di Valtorta, della Valserina, della Val di Scalve, di Branzi; e poi il Bitto Storico, i tartufi, le mele della Val Brembana, il miele nostrano. Insomma, un trionfo di sapori ad incorniciare gli animali responsabili di gran parte di queste delizie, insieme ai loro bergamí. La gente, impaziente, ha gustato i vari formaggi fin dalla prima mattina. Presenti inoltre le associazioni della Bruna alpina originale e della Capra orobica.
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Canzoni di montagna e cappelli da pastore. Il clima era allegro e folcloristico: risuonavano le canzoni di una piccola banda composta da tre persone, già presenti alla gara di mungitura a Lenna. Uno di loro incitava la gente a fare acquisti: «Al mercato bisogna spendere!». Poi per descrivere la sua banda ha proclamato: «Facciamo cantate corte, ma bevute lunghe!». Sono stati premiati, con dei veri cappelli da pastore, Abramo Milesi e Guglielmo Locatelli per aver portato avanti la tradizione casearia autentica per moltissimi anni. Una signora ha commentato: «Non è perché siete bravi a fare i formaggi, ma perché avete gli occhi belli. Avete la fatica e l'orgoglio della vita di montagna negli occhi». La giornata è stata splendida, con sole e cielo limpido; l'affluenza quindi è risultata molto buona e ha valorizzato una cornice di tale pregio.
Le parole del consigliere Amaddeo. Era presente, tra le varie personalità del mondo zootecnico, anche un rappresentante del Comune: il consigliere Robi Amaddeo, che ha espresso parole molto positive per la manifestazione: «In questo modo la montagna incontra la città, non è solo una mostra zootecnica di bellezza, ma serve a recuperare la cultura popolare, stimolare il miglioramento delle razze, attraverso una competizione sana. C’è anche un legame coi prodotti della terra, che si intrecciano al carattere gioviale della competizione. Questa è una festa popolare: riportarla in Città Alta significa lanciare il messaggio che Bergamo è anche una città sul monte, che viene dei monti e dialoga con essi. Oggi si pensa che la città sia al centro, una volta la montagna era l’industria. Mettere in città questi concetti è molto importante. Sabato con la transumanza giravano le pecore sulle mura: ricreare quel legame tra terra e cibo è fondamentale; così anche i bambini lo vedono. Bisogna recuperare il gusto per queste cose, che non vanno messe in un recinto, vanno esposte. La Fara poi è uno spazio un po’ desolato da qualche anno ed è stato utilizzato bene in questo modo. Questa è il contrario di una sagra, dove si mette insieme di tutto pur di far soldi. Qui si parte da un prodotto unico, legato a un momento importante che diventa catalizzatore di altri momenti».
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Come si valuta una vacca. Un appassionato presente ha spiegato quali sono i criteri per giudicare la bellezza di un animale. «La testa non deve essere né troppo leggera né troppo pesante; le gambe né dritte né falciate, soprattutto quelle dietro perché quelle davanti bene o male sono simili. Poi è importante la linea dorsale, che deve essere il più possibile dritta; la groppa deve essere appena spiovente all’indietro, non troppo. Questi aspetti riguardano la struttura, ma è molto importante anche la mammella (c’era una competizione solo su quello, ndr): l’apparato mammario non dev’essere troppo lungo e penzolante, le mammelle in giusta posizione, non troppo divaricate. L’apparato deve avere buoni legamenti dietro, in modo che stia alto. È importante pure la posizione dell’animale da fermo e quando cammina». Era presente un gruppo di studenti che si sono cimentati nel giudizio degli animali e l'hanno poi confrontato con quello del giudice Alessandro Alfaini di Parma.
Eccola! La Regina delle reginette. Astrid della Val Serina
Posted by Roberto Amaddeo on Sabato 24 ottobre 2015
Chi ha vinto. Gli animali sono stati premiati secondo tre categorie: le migliori manze, le migliori mammelle e le vacche più belle in assoluto. Per la categoria manze è stata eletta la Reginetta delle Valli Quisti Mia, manza dell’azienda Michel Quistini di Oltre il Colle. Al secondo posto Laura di Gianfranco Pesenti (Camerata Cornello); terza Vela Anibal di Guglielmo Locatelli (Vedeseta).
Per la miglior mammella ha trionfato Deghi Dally di Annamaria Tessadri (Dossena), seconda Astrid di Michel Quistini e terza Siria di Claudio Bertolazzi (Cerete).
Infine, il premio più ambito, il titolo di vacca Regina delle Valli è andato proprio ad Astrid, già seconda come mammella; sul secondo gradino del podio Deghi Dally, che aveva vinto nella precedente categoria; terza invece Loca Doriana Paysli di Guglielmo Locatelli.