Il ricordo

L'addio a Gabbiadini: «Ciao Gabriele, quelle pagine scritte insieme resteranno!»

Michele Asperti parla della passione politica e dell’amicizia con l’ex sindaco di Pedrengo, compresi gli anni di silenzio

L'addio a Gabbiadini: «Ciao Gabriele, quelle pagine scritte insieme resteranno!»
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di Ettore Ongis

«Io e Gabriele avevamo la passione politica, che ci aveva unito più che fratelli, ma negli ultimi anni aveva scavato un solco. Non avevo condiviso le sue scelte e ci evitavamo. Era troppo sincera e profonda la nostra amicizia che per rispetto di essa abbiamo preferito il silenzio».

Michele Asperti parla del suo rapporto con Gabriele Gabbiadini, ex sindaco di Pedrengo, morto lunedì 5 agosto a soli 49 anni a causa di un infarto.

«Tutto era cominciato durante l’adolescenza - racconta Asperti - e a vent’anni ci trovavamo con un gruppo di amici al bar Accademia di Bergamo. Tra una birra e l’altra si parlava di politica e di musica. Sentivamo il bisogno che la nostra vita fosse utile. Ci confrontavamo con persone che avevano una ricchezza di esperienza, gente di destra e di sinistra, atei e cristiani. È stato il nostro cantiere».

«Io ero quello di destra, iscritto al Movimento Sociale - continua - partecipavo alle riunioni del Fronte della Gioventù, mentre Gabriele era figlio di un operaio cattolico. I nostri riferimenti erano la Thatcher, Reagan, Churchill, personaggi decisi. Per anni abbiamo parlato e basta. Poi una sera un signore un po’ pazzo ci dice: “Siete bravi, ma non concretizzate, dovete darvi una mossa”. Mancava un mese alle elezioni a Pedrengo e si era presentata solo la solita lista di sinistra, al potere da 15 anni. Suono il campanello di Gabriele e gli dico: “Dobbiamo candidarci”. In trenta giorni abbiamo raccolto il 30 per cento, un risultato che ci ha caricato a mille. La sera dopo lo spoglio ci siamo trovati per festeggiare la sconfitta. Gabriele è entrato in Consiglio comunale».

«La tornata successiva abbiamo preso ancora il 30 per cento, ma le liste erano quattro e abbiamo sfiorato la vittoria per due punti percentuali. Imparata la lezione, abbiamo creato una vera lista politica e costruito un’alleanza con la Lega e altre civiche di centrodestra. Così, nel giro successivo abbiamo vinto: Gabriele sindaco. Cinque anni intensissimi, nei quali abbiamo addirittura sfiduciato quattro assessori di partito. Al primo mandato sono seguiti altri cinque anni senza la zavorra dei partiti. Cinque anni nei quali abbiamo fatto un sacco di opere pubbliche e realizzato la scuola, che è stata il capolavoro di Gabriele. Dopo il funerale, da semplice cittadino, proporrò che gli venga intitolata: l’ha voluta lui e solo lui, ignorando critiche e mugugni anche nel nostro gruppo».

Michele spiega che Gabriele non era (...)

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