L'addio di Albino a don Bruno Ambrosini, il prete operaio che seminava tenerezza
Si è spento il 10 agosto. Oggi (12 agosto) si sono tenuti i funerali, alla presenza del vescovo Beschi, che di lui ha detto...
di Fabio Gualandris
Nella mattina di sabato 10 agosto, all’hospice della Fondazione cardinal Gusmini di Vertova dove era ricoverato dal lunedì precedente, si è spento don Bruno Ambrosini. Aveva 86 anni.
I familiari di don Bruno e le sorelle Ferdinanda e Giuliana, nell’annunciare con dolore la scomparsa dell’amato fratello, lo hanno ricordano con un passo tratto dalla seconda lettera di Paolo a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede».
Nato ad Albino il 20 settembre 1937, ottavo di nove fratelli, don Bruno è stato ordinato sacerdote il 27 maggio 1961; fino al 1973 è stato coadiutore parrocchiale, prima a Endine e poi a Gorlago. Dal 1975 al 1988 ha vissuto l’esperienza di prete operaio, lavorando in una fabbrica siderurgica, la Dalmine. Il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei, incontrò a Bologna nel settembre scorso un gruppo di preti operai, tra cui don Bruno, dicendo loro: «Grazie perché avete creduto in quel modello di servizio alla Chiesa e vi siete dedicati con tutto voi stessi. Spesso vi siete sentiti ai margini della vita ecclesiale. Dal centro si fa più fatica a comprendere le periferie».
Nel 1989, toccato dalla questione salvadoregna e dalla testimonianza del vescovo martire Oscar Arnulfo Romero, don Ambrosini decide di partire per il Salvador, dove vi rimane fino al 1995; in Centro America ha svolto il ministero di accompagnamento nelle comunità di Nombre de Jesus, diocesi di Chalatenango, durante gli ultimi anni della guerra di liberazione e nei primi, difficili, di pace. Dal 1996 ha collaborato con don Adriano Peracchi come aiuto-parroco nella piccola parrocchia della frazione albinese di Bondo Petello, rimanendo legato fino all’ultimo alla chiesetta della Madonna della Neve di Bondo, posta all’inizio del percorso per Selvino, dove la mattina di ogni domenica celebrava la messa.
Gli ultimi anni li ha vissuti nella sua Albino collaborando con la parrocchia di San Giuliano. Aveva a cuore i temi sociali, ha denunciato con fermezza le ingiustizie, ha seminato con tenerezza ovunque ha potuto. Nei giorni del lutto in molti lo hanno ricordano per la sua umanità e per il suo costante impegno in difesa dei più deboli, portando testimonianze di vita in un ultimo riconoscente saluto. Lo hanno fatto alla camera ardente allestita ad Albino nella chiesa di San Bartolomeo; nei tanti messaggi, anche sui social; nella concelebrazione funebre del pomeriggio di lunedì 12 agosto, presieduta dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, nella Prepositurale di San Giuliano.
Il vescovo Beschi durante i funerali di don Bruno
Il feretro di don Bruno
Don Bruno sulla soglia di casa
Riprendiamo un pensiero tratto dall’omelia del vescovo che ben racconta di don Bruno: «Ha ascoltato e condiviso il gemito dell’umanità... che scaturiva da una radicale condivisione con Cristo». Dopo la cerimonia, il corpo del defunto è stato trasportato al cimitero di Albino capoluogo e deposto nella cappella dove sono sepolti i sacerdoti nativi di Albino e i parroci della comunità.