Appassionato grecista

L'addio riconoscente a Pierangelo Agazzi, grande professore del Sarpi

La classe 3D del 2001 lo ha ricordato «per l’alta professionalità, per la paternità e per l’umanità contagiosa che ci ha testimoniato»

L'addio riconoscente a Pierangelo Agazzi, grande professore del Sarpi
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di Anna Previtali

Il professor Pierangelo Agazzi non era un uomo qualunque, né tantomeno un insegnante qualunque: era uno di quelli che, in senso etimologico, lasciano un segno. Difficilmente chi lo ha incontrato, come docente o come collega, anche per un breve periodo, potrà dimenticarsi di lui.

Lo sanno bene quanti lo hanno conosciuto prima al liceo Lussana, poi, dopo un periodo piuttosto breve al Simone Weil di Treviglio, al liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo, dove ha insegnato greco e latino dalla fine degli anni ’80 fino alla pensione, pochi anni fa. La sua grandissima passione per la civiltà classica lo aveva spinto - lui che pure aveva frequentato il liceo scientifico - a studiare non solo il latino e il greco, ma anche altre lingue antiche come il sanscrito e l’armeno. Una curiosità per le lingue come strumento di conoscenza della realtà che ha portato il professor Agazzi ad accostarsi anche al greco moderno, come occasione di confronto tra passato e presente, e a interessarsi di una lingua difficile come l’ungherese.

Fu lui ad avere l’idea che il liceo classico cittadino offrisse dei corsi di latino e greco a quanti, esterni alla scuola, avessero il desiderio di approcciarsi alle lingue classiche. Oltre all'insegnamento liceale e alla collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, Agazzi ha dato prova della sua competenza e professionalità anche nel realizzare alcuni commenti e libri di testo, in particolare grammatiche e versionari di latino e greco, utilizzati da migliaia di studenti.

Sempre disponibile alla collaborazione e punto di riferimento per i colleghi - e non solo per i più giovani -, possedeva un’autorevolezza naturale e un’intelligenza che si esprimeva in giudizi chiari e diretti, spesso arguti, senza fronzoli o retorica. Anche per questo, oltre che per la passione con cui insegnava e per la brillantezza delle sue lezioni, i suoi studenti lo hanno sempre rispettato e apprezzato tantissimo. Numerosissime le attestazioni di ex studenti che a distanza di anni ricordano con stima e affetto il loro professore «per l’alta professionalità con cui ci ha istruito. Per la paternità con cui ci ha educato. Per l’umanità contagiosa che ci ha testimoniato. Che il suo ricordo non resti nostalgia, ma diventi responsabilità del nostro presente», ha scritto la classe 3D del 2001. Altri lo ricordano come «maestro e per noi padre indimenticabile dallo sguardo che sapeva posarsi su ogni allievo con sapienza, acume, arguzia. Ci ha lasciato una profonda eredità di sapere e di agire che continua ad arricchire le nostre vite» (3D 1994).

Con la moglie Donatella Savoldi, anche lei per molti anni docente nello stesso liceo, ha condiviso non solo la famiglia - le figlie Eleonora e Chiara, l’arrivo negli ultimi anni di un nipote di cui parlava con orgoglio -, ma anche un cammino professionale e umano. Dopo un periodo di tempo in cui le condizioni di salute erano peggiorate, Agazzi si è spento la scorsa settimana, a 68 anni, a Nembro dove abitava, lasciando un grande vuoto in chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene.

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