L'intervista

L'emozione dello chef trentenne Luca Adobati, di Alzano: «Ho cucinato all'Eliseo»

L’anno prossimo prenderà le redini del ristorante di famiglia Da Romano. Ha lavorato Da Vittorio, al Noma e a Parigi. «Ricordo gusti e sapori della mia infanzia»

L'emozione dello chef trentenne Luca Adobati, di Alzano: «Ho cucinato all'Eliseo»
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di Elena Conti

Occhi puntati sul futuro, piedi ben saldi a terra. Si presenta così Luca Adobati, cuoco trentenne alzanese che lavora al Mirazur di Menton, sulla frontiera francese. Un giovane ambizioso che, con dedizione e sacrificio, sta portando avanti una carriera sfolgorante piena di successi in diversi ristoranti stellati europei. Settimana scorsa ha ottenuto un grandissimo riconoscimento: la mano del presidente francese Emmanuel Macron sulla propria spalla mentre posavano per una foto all’Eliseo dopo la cena di Stato con Xi Jinping.

«È stato incredibile lavorare all’Eliseo a fianco di chef che stimo molto - racconta Luca -, credevo che avrebbero scelto dei francesi per cucinare per il presidente, ma la complessità dei piatti richiedeva esperienza; ero l’unico italiano in cucina. È stato incredibile, se dieci anni fa mi avessero detto che avrei cucinato per influenti Capi di Stato non ci avrei creduto. La foto è solo la punta dell’iceberg, dietro c’è fatica e forza di volontà, sedici ore di lavoro al giorno e grandi sacrifici. Questo lavoro toglie tanto, ma regala anche enormi soddisfazioni».

Le avventure di Luca in cucina sono iniziate da piccolissimo, nel ristorante di famiglia Da Romano di Alzano. «Sono nato tra i fornelli, svegliandomi ogni mattina con il profumo dell’arrosto e delle patate in umido cucinate dalla nonna. Gusti e sapori della mia infanzia sono ricordi indelebili, così come la mia prima esperienza in sala a dodici anni: lì ho imparato a rapportarmi con il cliente senza paura, anche se sapevo che il mio posto era in cucina. Quando ho detto a mia mamma che volevo fare il cuoco ha cercato di dissuadermi, sapendo quanto sarebbe stato difficile. Ma io ero determinato. Ho frequentato l’Alberghiero di Nembro, dove ho incontrato professori bravissimi che ancora oggi sono in contatto con me».

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«Grazie alla scuola ho avuto l’opportunità di fare uno stage Da Vittorio. Ho avuto il primo contratto quando ero solo 17enne e poi sono rimasto con la famiglia Cerea per undici, splendidi anni che mi hanno dato tantissimo. All’inizio è stata dura, piangevo tutte le sere e la mia famiglia mi spronava a tenere duro. A un certo punto, ho svoltato e ho cominciato a carburare: mi sono fatto le spalle larghe. Ho ricordi meravigliosi, ho fatto anche due stagioni Da Vittorio a St. Moritz, dove abbiamo ottenuto la seconda stella Michelin. Sono andato via non perché mi trovassi male, ma perché sentivo il bisogno di provare qualcosa di nuovo, di metterci in gioco all’estero. Altri magari sarebbero rimasti nella comfort zone, io ero pronto a sperimentare nuove sfide» (...)

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Commenti
Giuseppe Boschini

Bravo...fagli un bel piatto di casoncelli... detto tra noi la cuisine francaise... fa cagher...

Ubaldo Masper

Bravo Luca avanti così

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