Leo, morire sul lavoro a 24 anni una settimana dopo l’assunzione
«Sei arrivato ieri in Pronto soccorso molto grave, ti “abbiamo” soccorso con tutte le nostre forze, pregato e sperato...non c'è l’abbiamo fatta... eri li che dormivi come un angelo. Non ho parole. Ciao Leo, un abbraccio a Michela (la fidanzata, ndr), genitori e fratellino». Questo uno dei tanti messaggi strazianti postati tra ieri e oggi sulla pagina Facebook di Leonardo Scarpellini, il 24enne di Verdellino che ha perso la vita ieri a causa dell’esplosione di un compressore. Lo stava utilizzando, quel compressore, per gonfiare i pneumatici di un Tir all’interno del Volvo Truck Center di corso Europa, a Zingonia, in territorio di Boltiere, dove era stato assunto a tempo indeterminato il 12 gennaio scorso, una settimana fa. Questo il post che fotografava la giusta felicità di quell’assunzione, con la frase «Indeterminatamente Volvo» seguita da faccine sorridenti, bottiglie stappate, coriandoli e trombette.
Cos’è accaduto. Erano le 16 e il compressore a cui stava lavorando Leonardo è esploso. Per ragioni ancora in corso di accertamento da parte dei tecnici dell’Ats Bergamo, intervenuti dopo l’incidente, un pezzo meccanico si è staccato dal macchinario e ha centrato l’operaio nel petto. Una molla pneumatica, pare, che nel compressore serviva a smorzare le vibrazioni. La bombola potrebbe essere esplosa a causa di un difetto finora mai rilevato, oppure per un guasto, o ancora per la vicinanza di una fiamma. Immediato l’intervento dell’automedica del 118 ,seguita dall’ambulanza e dai carabinieri di Zingonia. Inizialmente le condizioni del ragazzo, rimasto cosciente, non sembravano di tale gravità, tant’è che sembrava non fosse in pericolo di vita. Il trasporto al Papa Giovanni XXIII di Bergamo è comunque avvenuto in codice rosso per valutare la lesione al petto. Nel trasporto in ambulanza, il tracollo delle sue condizioni: all’arrivo al Pronto soccorso la situazione era disperata. Non sono serviti i tentativi del personale medico di rianimarlo. Poco prima delle 18 è avvenuta la constatazione del decesso. Il compressore, il camion su cui stava lavorando Leonardo, nonché le attrezzature dell’officina, sono stati posti sotto sequestro dalle forze dell’ordine.
Chi era. Leonardo Scarpellini abitava a Verdellino, in via dei Gigli a Zingonia, a pochi passi dall’azienda che l’ha assunto, con i familiari. Il padre Domenico è molto conosciuto in paese perché gestisce un’autofficina in via Giacomo Puccini; la mamma Tina lavora al Mercatone Uno. Aveva un fratello più piccola. Nell’officina del papà Leonardo aveva imparato i rudimenti del mestiere, che aveva deciso di portare avanti nonostante il diploma alla ragioneria Oberdan di Treviglio e la frequenza, in passato, all’Università di Bergamo.
L’addio della sua squadra. Leonardo giocava a calcio nell’Unione Sportiva Sabbio 1969, squadra di 3ª categoria (girone A) che l’ha voluto ricordare con un post su Facebook: «Per sempre uno di noi. Sabbio non dimentica. Ciao Leù».
Le parole del sindaco. Scosso e incredulo il sindaco di Verdellino, Silvano Zanoli: abita a una trentina di metri dalla famiglia. «Gli Scarpellini sono una famiglia storica di Zingonia – ha raccontato a L’Eco di Bergamo – perché ci abitano da sempre, praticamente da quando è nata. Li conosco bene, sono gran brave persone e quello che è successo a Leonardo è una tragedia immensa. A quell’età un ragazzo vuole solo vivere e Leonardo era molto attivo, impegnato anche nel gioco del calcio. È triste pensare che non abbia avuto nemmeno il tempo di festeggiare la gioia della sua assunzione».
I colleghi devolvono parte dello stipendio alla famiglia. La Filcams CgilL e i propri delegati hanno deciso di convocare un’assemblea per lunedì mattina, dalle ore 11 alle 12: «Ricorderemo il collega scomparso e parleremo di sicurezza in azienda», ha spiegato oggi pomeriggio Aronne Mangili che per la Filcams segue la Volvo in provincia di Bergamo. «L’assemblea coinvolgerà tutte le due società del gruppo, cioè Volvo Group Retail Italia srl e Volvo Group Italia spa, dunque chiameremo a raccolta in totale circa 110 lavoratori». Durante l’assemblea si discuterà anche della proposta avanzata dai delegati di devolvere il corrispettivo di alcune ore di lavoro alla famiglia dell’operaio deceduto, in segno di solidarietà da parte dei colleghi. «Come Filcams, intanto, abbiamo già deciso che parteciperemo alla raccolta con un nostro contributo economico diretto -ha aggiunto Mario Colleoni, segretario generale del sindacato di categoria Cgil di Bergamo -. Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro: è necessario, da anni lo ripetiamo, un cambio di passo nell’approccio ai problemi che riguardano la sicurezza nelle aziende».