La famiglia più ricca d'Arabia

Impero e tragedie dei Bin Laden

Impero e tragedie dei Bin Laden
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La settimana scorsa un aereo privato è precipitato nei pressi di un parcheggio in Inghilterra. Era partito da Malpensa e a bordo c’erano alcuni parenti di Osama Bin Laden: la matrigna, Rajaa Hashim, una delle mogli del padre defunto di Osama, Mohammed bin Awad bin Laden; la sorellastra Sana e il marito di Sana e cognato di Osama, Zuhair Hashim, oltre al pilota del jet di origini giordane. Il Phenom 300 era decollato nel primo pomeriggio di venerdì ed è precipitato in un parcheggio nell’Hampshire vicino allo scalo di Blackbushe dopo un tentativo di atterraggio fallito. Un tragico destino che si era già abbattuto sulla famiglia Bin Laden. Prima di loro, anche il padre di Osama (e di altri 53 figli avuti da 22 mogli diverse), e il fratello Salem, erano morti nello stesso modo. Il primo nel 1967 e l’altro nel 1988.

La sera prima dello schianto i Bin Laden avevano pernottato a Tremezzo, sul lago di Como, dopo aver partecipato a una festa di nozze a Villa Balbianello, con un numeroso gruppo di arabi. Secondo quanto affermano le autorità britanniche, si stavano recando in Inghilterra per una vacanza. È probabile che nel soggiorno italiano - anche le due notti precedenti le avevano trascorse in un grande albergo sul lago - avessero approfittato dell'occasione per parlare di affari. La sorella morta, Salha, sebbene di professione facesse la maestra d’asilo, aveva un patrimonio stimato in 200 milioni di dollari.

 

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La famiglia più ricca d’Arabia. Di origini yemenite, i Bin Laden sono la famiglia non regnante più ricca e potente del regno saudita. In Italia posseggono un vero e proprio impero economico-finanziario, che si estende dalla Toscana al Friuli. Si chiama Saudi Binladin Group (Sbg) e si occupa in particolare di petrolio, energia, costruzioni e telecomunicazioni. La fortuna del gruppo è iniziata con il restauro dei santuari di La Mecca e di Medina, e da allora non si è più fermata, arrivando ad annoverare tra i propri clienti il governo di Damasco, la Repubblica dello Yemen, gli Emirati Arabi Uniti, la compagnia di aeroporti egiziana, e quella malesiana di Kuala Lumpur. Tra gli appalti più importanti ottenuti spicca quello per il restauro della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, terzo luogo sacro per l’islam, dopo la Mecca e Medina.

Osama pecora nera. Ufficialmente Osama, quando era in vita, era stato buttato fuori dall’Sbg, perché considerato la pecora nera della famiglia. 17esimo figlio di Mohammed, ai tempi della prima guerra del Golfo si era opposto alla presenza di truppe americane sul territorio saudita e per questo venne mandato in esilio dopo che gli venne tolta la cittadinanza saudita. Ciononostante, Osama pare avesse ereditato dal padre una cifra pari a 50 milioni di dollari, reinvestiti per comprare terreni da utilizzare come campi di addestramento, e soprattutto per acquisire società come la Ladin International e laTaba, in Sudan. Tutte attività che gli sono servite principalmente per costruire il suo impero del terrore e acquistare le armi.

Storia del gruppo. Il Saudi Binladin Group è stato fondato dal patriarca Mohammed Bin Laden nel 1931. Povero e privo di istruzione emigrò dallo Yemen in Arabia e da semplice facchino fece fortuna grazie alle amicizie giuste. Prima a fianco del fondatore del regno, Abdelaziz, divenne poi amico di re Faisal, che gli concesse importanti appalti. Oggi il gruppo rappresenta una delle società di costruzioni più grandi e importanti del Medio Oriente, con un patrimonio di oltre 5 miliardi di dollari, uffici e filiali in tutto il mondo. Il giro d’affari ogni anno si aggira sugli 800 milioni e i dipendenti sono 55.700. Presidente è Bakr Mohammed Bin Laden, fratello di Osama. Il suo quartier generale è a Jedda e rappresenta una delle principali alleate economiche della petro-famiglia che governa l’Arabia Saudita.

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Interesse per il marmo italiano. Operando da anni nel comparto del marmo, controllando 26 cave nel mondo, l’ultimo acquisto che il gruppo ha fatto in Italia è dello scorso anno, e consiste nell’acquisizione del 50% della Marmi Carrara, che a sua volta detiene il 50 per cento delle Cave Sam (Società Apuana Marmi), che controllano il 30% della cave toscane. L’operazione, costata 45 milioni di euro, permette alla famiglia Bin Laden di controllare l’approvvigionamento del "bianco" di Carrara che sta vivendo una nuova stagione d’oro sui mercati internazionali. Dalle cave che fanno capo a Sam, infatti, si estraggono ogni anno 1-1,2 milioni di tonnellate di prezioso marmo, diretto in tutti i Paesi del mondo.

Rapporti d’affari con grandi gruppi. Ma l’attività del Saudi Binladin Group non si ferma ai marmi. Sono rilevanti i vincoli con alcuni dei principali gruppi finanziari transnazionali che intrecciano attività e destini con Impregilo, colosso italiano delle costruzioni, e i suoi azionisti di riferimento. Il Saudi Binladin Group, negli anni ha fatto affari con Goldman & Sachs, Citigroup, Deutsche Bank ed ABN Amro, oltre che con la famiglia Bush. Fu proprio durante un viaggio d’affari in Texas per incontrare George Bush Senior che nel 1988 Salem, succeduto al padre Mohammed, morì in un misterioso incidente aereo. Da allora a capo dell’azienda c’è Bakr, che è al 26esimo posto tra i 50 businessman più influenti del Golfo.

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