Creò la bottiglia della Coca Cola pensando al corpo di una donna
La mitica bottiglia della Coca Cola, la bibita più bevuta al mondo, compie cento anni. Era infatti il 1915 quando il suo creatore, Alexander Samuelson, svedese di Surte emigrato negli Stati Uniti, l'aveva disegnata e concepita perché nelle sue forme sinuose alludesse in qualche modo al corpo femminile. Un colpo di genio che aveva permesso a Samuelson di vincere il concorso lanciato dalla Coca Cola interessata a una immagine più accattivante del suo prodotto, grazie alla quale surclassare ogni possibile competitor. Una bottiglia riconoscibile subito a occhi chiusi, al tatto, semplicemente sfiorandola e identificabile a primo colpo perfino se rotta in mille pezzi per terra. Da quel momento quella forma sarebbe diventata una icona leggendaria, ovviamente protetta da marchio registrato a prova di bomba per impedire nel modo più assoluto qualsiasi tentativo di imitazione.
Esattamente il 16 dicembre del '15 Samuelson, che allora era alle dipendenze della Root Glass Company dell'Indiana, si era aggiudicato con il suo progetto l'approvazione assoluta dell'azienda di Atlanta, che solo un anno dopo avrebbe messo in commercio la Coca Cola nella sua nuova veste. Una immagine seduttiva che non solo avrebbe portato a un incremento colossale delle vendite ma che sarebbe diventata "musa ispiratrice" di grandi artisti del calibro di Salvador Dalì che la utilizzò nel '43 nella sua "Poesia d'America" e di Andy Warrol, padre della pop art, famoso per averla messo al centro di molte sue celebri opere.
Proprio sulla scia di queste prestigiose "memorie" e per celebrare al meglio l'evento, l'High Museum of Art di Atlanta ha dato vita al “The Coca-Cola Bottle. An American Icon at 100” in cui trovano spazio artisti di fama mondiale, designer e fotografi a testimonianza dello straordinario impatto della "magica" bottiglia di Coca-Cola sulla cultura e sul costume del nostro secolo e di quello precedente. Accanto a questa iniziativa tante altre ne sono sorte arrivando a coinvolgere addirittura 130 mercati del nostro pianeta, con la presenza ben marcata dell'Italia che ha previsto un mega- padiglione Coca Cola all'Expo di Milano in cui oltre ottocento bottiglie appese al soffitto non mancano di creare la giusta atmosfera, e ancora l'iniziativa di Trussardi che secondo il suo stile si è sbizzarrito creando una icona nell'icona.
Un fantastico circo mediatico, tutto all'americana, per raccontare di uno dei primi, straordinari, successi imprenditoriali su scala planetaria, ben assai prima dei Bill Gates o degli Zuckerberg, quando tutto ancora era in qualche modo "artigianale" e si richiamava alla vecchia formula del farmacista John Pemberton di Atlanta che per lenire i mal di pancia e di testa, ma anche certe forme di dipendenza da morfina, dei suoi clienti si era inventato una bibita buona e sciropposa a base di foglie di coca e cola. Poi,si racconta, un giorno era passato di lì un tizio che aveva chiesto dell'acqua gassata e per caso l'aveva aggiunta al bicchiere dove si trovava quel liquido bruno, e per caso, come sempre accade, si era verificato il miracolo.