L'uomo che, giorno dopo giorno, ha costruito una piccola Lourdes nella valle del Giongo
La madre non potè visitare il famoso santuario francese. Gianpietro Tarchini allora fece un voto e anno dopo anno ha costruito una grotta mariana nei boschi dell'infanzia
di Bruno Silini
Ci si può arrivare a piedi dai sentieri di Bruntino Alto, da Botta di Sedrina oppure dai Boscalgisi di Sorisole. È una grotta mariana nel cuore della Valle del Giongo a Villa d’Almè in un’area di rara bellezza all’interno del Parco dei Colli di Bergamo. Un luogo di devozione che compie un quarto di secolo tenuto con cura certosina da Gianpietro Tarchini di Almè.
Giorno dopo giorno, al volante della sua jeep, raggiunge quella che ormai tutti chiamano con inflessione bergamasca la “Madunina del Giong”. Toglie le erbacce, pianta nuove essenze floreali, tiene pulito il bosco circostante e ogni tanto dà una mano di vernice al piccolo ponte di legno che oltrepassa il torrente Acquaröl, passaggio obbligato per raggiungere la grotta.
Tarchini, pensionato di 77 anni, ha creato, fedele a un voto espresso alla madre Orsola e al papà Paolo, una cornice devozionale che ricalca nelle intenzioni il luogo delle apparizioni di Lourdes nel 1858 nei Pirenei francesi. Sua madre voleva andare nel Paese di Bernadette Soubirous; lui gli ha detto di procurargli una fotografia di Lourdes che avrebbe costruito la grotta mariana lì nei boschi dell’infanzia. E così ha fatto.
«Purtroppo mia mamma - racconta Tarchini con commozione - non ha mai visto compiuto il luogo se non dal cielo. È morta prima che firmassi l’atto notarile con il quale acquistavo diciannovemila metri quadrati di verde. All’inizio, quando maturavo l’idea della grotta, avevo pensato a un bosco di Strozza, ma mia mamma era stata subito contraria per la mancanza di un corso d’acqua, un elemento importante nella simbologia mariana».
Anche monsignor Gaetano Bonicelli (arcivescovo emerito di Siena), in visita a Bruntino qualche anno fa, ha celebrato alla grotta un momento di preghiera confermandone la bellezza spirituale e ricordando i sacerdoti scomparsi affezionati alla “Madunina del Giong”: don Bernardino Vitali, don Marco Donzelli e don Angelo Cattaneo. Adesso, tra i desideri di Tarchini è che possa visitare la grotta anche il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi. «Devo chiedergli se ha piacere di venire a presenziare un momento di preghiera».
Qui nel Giongo la Madonna non si trova mai da sola. Prima del Covid le occasioni di preghiera venivano organizzate da maggio a settembre richiamando un numero sempre maggiore di persone. Ma anche in piena pandemia la grotta non manca di ricevere visite. Qualcuno arriva a macinare anche trenta chilometri a piedi pur di raggiungere il posto. Da quello che prima era soltanto un enorme sasso in pendenza, Tarchini ha ricavato una grotta particolarmente suggestiva come testimoniano gli ex voto, i lumini e le immaginette lasciate ai piedi della statua di Maria dove accanto c’è anche un busto di San Giovanni XXIII, il papa bergamasco. (...)