In Australia, nel Queensland

L'uomo che scelse di essere Tarzan 60 anni nella foresta, la sua casa

L'uomo che scelse di essere Tarzan 60 anni nella foresta, la sua casa
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Ha avuto natali illustri, ma in un Paese e in un periodo storico in cui la nobiltà non gli avrebbe procurato grandi privilegi. Micheal Peter Fomenko è nato all’inizio degli anni Trenta, nell’ex Urss. Sua madre era la principessa Elizabeth Machabelli, suo padre il campione d’atletica Daniel Fomenko,  georgiano. Alla fine del decennio la famiglia fuggì dall’Unione Sovietica e si rifugiò in Giappone. La loro pace non sarebbe durata a lungo: nel 1937, infatti, l’imperialismo di Tokyo avrebbe dichiarato guerra alla vicina Cina e i Machabelli-Fomenko dovettero cercare una nuova casa. Elessero l’Australia: abbastanza lontana dai continenti in guerra, abbastanza lontana per potervi condurre un’esistenza appartata.

 

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[A sinistra un giovane Michael Peter Fomenko]

 

Una giovinezza difficile. Il giovane Michael, però, visse con difficoltà l’ennesimo trasferimento. Le persone parlavano una lingua che gli era sconosciuta e non riusciva a capire molti dei loro modi. Lo status di rifugiato, inoltre, lo faceva sentire come un paria in mezzo agli altri. La lettura dell’Odissea di Omero, a scuola, fu per lui una via d’uscita. Un’illuminazione. Gradualmente Michael si allontanò dalla vita moderna e cominciò ad agire, a pensare, come se fosse un antico greco. Anzi, Ulisse in persona. Nel 1956 la sua presenza era attesa alle Olimpiadi di Melbourne. Come il padre, Fomenko era un talento dell’atletica; la sua specialità era il decathlon. Tuttavia, prima che la competizione avesse inizio, Michael sparì. Lasciò Northbridge, dove si trovava la casa di famiglia, ed entrò nella giungla del selvaggio Queensland. A 24 anni aveva deciso che i tempi erano maturi per realizzare il suo ideale di vita.

 

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Un tipo di esistenza fortemente voluto. Nella foresta tra Cape York e Ingham, Michael Peter ha vissuto un’esistenza da leggenda. Chi era a conoscenza del suo caso seguiva le notizie degli avvistamenti, ma non tutti si limitavano a essere semplicemente curiosi. C’era chi lo riteneva nulla più di un folle. In effetti, per quasi sessant’anni, Fomenko ha lottato a mani nude con i coccodrilli e con i cinghiali, si è cibato della loro carne, ha abbandonato i vestiti di tutti i giorni per vestire alla maniera dei popoli indigeni. Hanno parlato e scritto di lui come del “vero Tarzan”. Inevitabilmente sono sorte molte storie su di lui: difficile stabilire se siano tutte vere o meno. Adv esempio: secondo Chris Mikul, autore di Bizarrism, il moderno Odisseo avrebbe viaggiato da solo, in una canoa ricavata da un tronco di cedro, da Cooktown, nel Queensland, fino alla Nuova Guinea. Se fosse vero, Michael avrebbe compiuto un’impresa degna di questo nome.

È sicuramente vero, invece, che ha corso molti rischi e che più di una volta ha rischiato di morire. Nel 1959 è stato salvato dalla morte per inedia da alcuni indigeni che l’avevano trovano in un’area della giungla tropicale ancora inesplorata e infestata dai coccodrilli. È sopravvissuto alla setticemia. Nel 1964, invece, ha dovuto affrontare un pericolo diverso, quello rappresentato dalle leggi dell’uomo. La polizia lo aveva visto aggirarsi con indosso solo un perizoma, lo aveva inseguito e arrestato per vagabondaggio e per comportamento indecente. È stato dichiarato pazzo, poi rinchiuso in una serie di istituti psichiatrici dove veniva sedato e sottoposto alla “terapia” dell’elettroshock. Michael Fomenko è però sempre riuscito a fare ritorno alla sua giungla, l’unico luogo che ha sempre accettato di chiamare casa. Usciva dalla foresta raramente, soltanto per fare provviste nei negozi di Innisfail. Dicono che avesse una vera passione per il cioccolato bianco. Per ottantaquattro anni ha abbracciato uno stile di vita al quale non avrebbe mai saputo rinunciare. L’aveva scelto e fortemente voluto.

 

 

Ora è in una casa di cura per anziani. Negli ultimi anni Fomenko ha vissuto insieme agli Aborigeni. È rimasto con loro fino al 2012, quando ha cercato di compiere il suo ultimo viaggio. Tre anni fa si è messo in viaggio verso Sydney per fare visita alla sorella, ma si è ammalato lungo la strada. Qualcuno lo ha trovato e lo ha portato all’istituto per anziani Gympie’s Cooinda, dove risiede tutt’ora. Il personale della casa di cura ne parla con affetto. È rimasto un tipo solitario e taciturno (non parla con nessuno) e ora è su una sedia a rotelle. Ma è piuttosto felice e si sente bene. Tarzan-Odisseo ha deciso, forse, che era venuto il momento di riposare.

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