Ma lo sapete che il pallone d'oro è di ottone e pieno di cemento?
Più che un premio è un’etichetta. Il Pallone d’oro non lo si conquista, Pallone d’oro lo si è. E Lionel Messi lo è per la quinta volta, cosa che a nessuno prima di lui era riuscita. A chi gli ha chiesto cosa provasse, ha risposto che li darebbe tutti i cinque per un Mondiale. Mondiale per nazioni, non certo per club, perché di quelli con il suo Barcellona ne ha già vinti tre. Ma il Mondiale con la sua Argentina è tutt’altra cosa. Quello sarebbe storia, e non solo storia calcistica. Ma può anche essere che a furia di vincerlo abbia imparato a conoscerlo bene questo benedetto Pallone d’Oro. E così a scoprire che non è affatto d’oro...
La storia è semplice. Il premio nasce francese, nel lontano 1956. Proposto da una rivista di calcio, France Football, e destinato al miglior giocatore europeo dell’anno. Dal 1995 è stato aperto a tutti i giocatori che militassero in squadre Uefa. Dal 2007 è caduta l’ultima barriera ed è diventato premio globale sino a fondersi con il Fifa World Player of the Year (ed il primo ad aggiudicarsi questo “pallonissimo” è stato ovviamente sempre lui, Lionel Messi).
Argentina's Lionel Messi poses with his trophy after winning the FIFA Men's soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, Monday, January 11, 2016. (Valeriano Di Domenico/KEYSTONE via AP))
Argentina's Lionel Messi, right, is congratulated by Brazil's Neymar, left, after winning the FIFA Men's soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, Monday, January 11, 2016. (Valeriano Di Domenico/KEYSTONE via AP))
Carli Lloyd of the USA arrives on the red carpet prior to the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, Monday, January 11, 2016. (Walter Bieri/KEYSTONE via AP))
Argentina's Lionel Messi, winner of the FIFA Men's soccer player of the year 2015 prize, is congratulated by Carli Lloyd of the USA, winner of the FIFA Women's soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, Monday, January 11, 2016. (Walter Bieri/KEYSTONE via AP))
Ma nonostante questa rapida globalizzazione, il pallone è rimasto con un dna francese. Infatti dal lontano 1956 a forgiarlo ogni anno è una prestigiosa oreficeria parigina, la maison Mellerio, meglio nota come Meller. Un’oreficeria che ha oltre 400 anni di storia (fondata nel 1613) e che tra gli altri trofei ogni anno realizza quello che va al vincitore e alla vincitrice del Roland Garros, uno dei quattro tornei che compongono il grande slam di tennis (per la cronaca Rafael Nadal lo ha sollevato ben otto volte).
Il problema è che il Pallone d’oro a dispetto del nome non è affatto in oro: è semplicemente rifinito con un bagno d’oro, a lavorazione conclusa. Ma la materia prima è ottone: si tratta di due semisfere formate da placche lavorate e poi saldate insieme. La lavorazione che dà la suggestiva forma delle cuciture di un pallone è realizzato poi con cesello e martello. Il tutto richiede ben cento ore di lavoro, tant’è vero che alla maison Mellerio hanno iniziato a lavorarlo sei mesi fa. L’ultimo ritocco avviene al momento della premiazione, quando viene inciso, come per ogni trofeo che si rispetti, il nome del vincitore.
L’inganno nasce dal fatto che il pallone, pesa. Eccome se pesa! Ben 12 chili, per dimensioni tutto sommato ridotte di 31 cm di altezza e 23 di larghezza e altrettanti di profondità. Infatti se si sta attenti si può notare come i vincitori ogni volta siano costretti sempre ad alzarla con due braccia. L’“inganno” sta nel “ripieno” con cui gli orafi zavorrano il guscio ottonato del pallone: del cemento in polvere. In sintesi Messi ha vinto un Pallone di cemento travestito d’oro... Sarà per questo che tiene di più al Mondiale?