Mariama Diop, caravaggina, terza a Miss Italia: «La vittoria una rivincita su chi mi bullizzava da bambina»
La 19enne di origini senegalesi, intervistata da PrimaTreviglio, ha raccontato il percorso dalle piccole sfilate fino al concorso nazionale
Foto nell'articolo di Francesco Farina
«Sono arrivata terza ma ho avuto la mia rivincita su chi sin da bambina mi ha bullizzata per il colore della mia pelle». Sono le parole cariche di energia di Mariama Diop, la 19enne caravaggina di origine senegalese che ha conquistato il podio del concorso nazionale di bellezza più importante del Bel Paese, Miss Italia.
Un terzo posto con tanto di fascia di "Miss Eleganza", che ripaga Mariama di tutte le angherie che ha subìto nella sua infanzia e che la fanno sorridere di fronte ai commenti razzisti sui social: «Hanno del tempo per me anche coloro che scrivono cattiverie» ha commentato nell'intervista con PrimaTreviglio. Alta 1,78 cm, figlia di un sarto, che l’ha fatta avvicinare al mondo della moda, la 19enne sogna di diventare una futura venere nera delle passerelle e, intanto, si gode la fascia che fu di Sophia Loren settant'anni fa, ottenuta nella finale che è andata in scena domenica scorsa (29 settembre) a Porto San Giorgio, nelle Marche.
Dalle sfilate nei negozi a Miss Italia
«Sono nata a Treviglio il 7 aprile del 2005 e ho sempre vissuto a Caravaggio - ha raccontato -. Ho conosciuto questo ambiente grazie a mio padre e me ne sono innamorata. Così mi sono iscritta alla scuola di moda 'Silv' di Bergamo. Adoro sfilare, indossare abiti ma anche disegnarli e cucirli. Ho iniziato il mio percorso di modella facendo fotografie e piccole sfilate in alcuni negozi, finché mi sono iscritta a Miss Italia.
Tante prove e casting superati: la prima tappa è stata il primo giugno a Mantova, dove sono arrivata seconda conquistando la fascia di “Miss Rocchetta Bellezza”; la seconda è stata il 25 luglio a Bergamo, dove ho vinto e indossato la fascia di “Miss Framesi Lombardia”; poi, passata la pre-finale nazionale, il 4 settembre sono partita per Numana, in provincia di Ancona, con le altre concorrenti. E lì è cominciata la nostra avventura».
La vittoria una rivincita
La 19enne era l’unica ragazza di colore su 220 concorrenti. «La cosa mi ha resa fiera, sono molto soddisfatta di me stessa - ha detto felice - una delle ragioni per cui mi sono iscritta a Miss Italia è stata proprio la voglia di rivalsa contro chi mi bullizzava da bambina, ho sofferto molto. Davanti alla giuria ho presentato il mio monologo, che parlava proprio di questo: mi sono sempre chiesta perché fossi diversa a modo mio e la risposta è che io sono io, la ragazza che di fronte al razzismo risponde che nelle vene di tutti scorre sangue dello stesso colore. Amo l’Italia e mi ritengo italiana».
A passare la selezione sono state in quaranta, per loro l’accesso all’Accademy e, dopo una settimana, è arrivata una seconda scrematura che ha mandato in finale solo quindici ragazze, più tre riserve.
«Da quindici siamo rimaste in otto, poi in cinque, quindi in tre - ha ricordato la 19enne - è stata dura. Quando ho capito che sarei salita sul podio mi è sembrato un sogno, non ci credevo... Chi l’avrebbe detto che io sarei stata la seconda ragazza nera di sempre a farcela, dopo Denny Méndez (la prima Miss Italia di origine straniera, ndr)?
Questa per me è come una vittoria, dopo tutto quello che ho letto sulla pagina social del concorso: sono stata la più seguita, con oltre duecento commenti e, ovviamente, c’erano anche quelli razzisti. Però li ho presi con orgoglio, perché la gente comunque mi segue, mi hanno dato forza ed è questa la mia grande rivincita: tutte quelle cattiverie sono servite a qualcosa».
Ora Mariama ha un unico obiettivo in testa: diventare una modella professionista e raggiungere il suo mito. «Con la mia esclusivista Laura Panigatti sto lavorando per diventare la nuova Naomi Campbell - ha concluso decisa la giovane -. Io ci credo».