Mario Poddighe, l'uomo che, con uno scatto, rapisce la meraviglia della natura
Ore di appostamento per studiare le abitudini degli uccelli e fermare l'istante di un battito d'ali. Fa il portiere in uno stabile in centro a Bergamo
di Ezio Foresti
La sua sedia da gaming con supporto lombare, poggiatesta e infinite possibilità di regolazione è un prodigio di ergonomia, un oggetto di design ultramoderno dall’aggressiva livrea rossonera. Davanti a lui però non c’è una console ma i monitor di controllo dello stabile di cui è il portiere. Per Mario Poddighe la sedia è uno strumento di lavoro, ma per hobby maneggia ben altri dispositivi che hanno in comune l’obiettivo, quello che si misura in luminosità e lunghezza focale.
Appassionato di fotografia sin da ragazzino, dopo avere praticamente sequestrato la Zeiss del padre, si chiedeva filosoficamente come si potesse fermare il tempo e conservarlo per sempre, muniti di una semplice macchina fotografica e di un rullino. All’epoca la rivoluzione digitale era lontana e Mario esplorava, insieme a un amico liceale, i segreti della camera oscura, con la magia dei bagni chimici di sviluppo e fissaggio. Dichiara anche di essere stato, ed è facile crederlo, il terrore di parenti e amici, perché immortalava ogni attimo o atteggiamento che gli pareva degno di essere tramandato.
Nativo di Iglesias, Mario vive a Bergamo da più di un quarto di secolo, con la moglie Anna e i figli Andrea e Giulia. Nel corso della sua carriera dietro il mirino ha dovuto affrontare alti e bassi, come quello del passaggio dall’analogico al digitale. Un vero e proprio shock, che per alcuni anni lo costringe addirittura all’astinenza da scatto, ma che è anche la premessa per un’ulteriore evoluzione. Fa il grande passo e acquista una reflex digitale, e il suo orizzonte si amplia dai ritratti familiari alla foto naturalistica, che diventa la sua grande passione. Ad attrarlo la bellezza e la difficoltà delle escursioni in scenari meravigliosi, ma anche i problemi tecnici derivati dall’approccio con soggetti che «in quanto provvisti di ali, volano dove meglio gli aggrada». La sua specializzazione infatti diventa l’avifauna, anche per la ricchezza cromatica dei piumaggi e per la differenza caratteriale tra i diversi uccelli.
Tutte le sue foto sono scattate rigorosamente in ambienti naturali, senza alcun tipo di costrizione o condizione di cattività. Il segreto è la pazienza, applicata al meticoloso studio del territorio, delle abitudini dei soggetti e, naturalmente, alimentata da lunghe ore di appostamento. (...)
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