un mese incredibile per il Frasquito

Maxi, da quasi ceduto a capitano «Colpito dall'affetto della gente»

Maxi, da quasi ceduto a capitano «Colpito dall'affetto della gente»
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Quel folletto lì, con l’undici sulle spalle, è veramente un portento. Lo si vede allo stadio, lo si sente nei commenti dei tifosi e anche se c’è stato un momento in cui tutto sembrava potesse finire Maxi Moralez resta uno dei giocatori più emozionanti dell’Atalanta. Lui non ama parlare. ma dopo settimane passate a raccontare del suo possibile addio abbiamo voluto incontrarlo, anche per commentare le ottime prestazioni di queste settimane. Abbiamo trovato un ragazzo sereno, felice e con una gran voglia di divertirsi nel nuovo 4-3-3 di Reja. Ve lo raccontiamo, con tutte le domande e le risposte che hanno animato i circa 25 minuti di intervista zeppa di sorrisi e di grande fiducia.

Maxi Moralez, in un mese è cambiato tutto: da quasi ceduto a capitano con il Frosinone. Come hai vissuto questo periodo?

Sono contento per la fascia da capitano. Non me l’aspettavo, mancavano tanti giocatori ma è sempre una bella soddisfazione. Con l’Atalanta è stata la prima volta, in Argentina con il Racing e con il Velez mi era già capitato mentre qui a Bergamo non ancora. È vero, ero stato vicino alla cessione ma per alcune questioni personali ho rifiutato e sono molto contento della scelta che ho fatto.

 

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Possiamo confermarlo ufficialmente? La tua compagna è stata decisiva nella scelta...

Ho parlato con la mia compagna e con tutta la mia famiglia in Argentina. Mi sono confrontato con gli amici ma poi sarebbe toccato a lei stare spesso a casa, quindi ho preferito rinunciare ai soldi: la famiglia viene prima di tutto, sono stati 2 o 3 giorni particolari e il contratto proposto era veramente molto oneroso. Ma ho preferito rimanere. Sono convinto di potermi giocare le mie carte, a Bergamo sto benissimo e quindi la felicità di giocare nuovamente con la maglia dell’Atalanta è tanta.

Chiudiamo il discorso: rifaresti quella fotografia?

Il presidente mi ha chiesto una fotografia insieme a lui, mi ha regalato la giacca della loro tuta e pensavo fosse una cosa solo per lui. Quando è circolata su internet è venuto fuori un bel casino, con il senno di poi forse era meglio non farla visto che non avevo firmato e non c’era nulla di definitivo. Ho sbagliato ma sono felice dell’applauso che i tifosi mi hanno comunque poi riservato. Mi vogliono tutti bene, fin dal primo giorno.

 

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Che Atalanta vedi all’alba della nuova stagione?

Sicuramente è un’Atalanta diversa dopo il mercato e il ritiro. Durante la preparazione abbiamo lavorato sul 4-3-3: è il modulo preferito dal mister e in passato non lo avevamo mai provato con così tanta continuità. Il cambio dal 4-4-2 è forte, per i centrocampisti e gli attaccanti cambia parecchio e anche la mentalità è nuova. Personalmente sono felice, il modulo mi piace perché posso pensare ad attaccare molto spesso la porta.

Ti sei confrontato con il mister? Dal giorno del possibile addio sembra che lui ti reputi ancora più importante...

Con il mister ho parlato, l’uscita delle fotografie che avete visto tutti ha portato ad un confronto. Io volevo fare il meglio per me e per la società, mi sono sempre allenato al massimo e non ci sono state differenze anche nei giorni più caldi. Sono contento che mi sta impiegando con continuità, ma quello che conta di più è che con l’Atalanta mi sento importante, ho fiducia in me e se sto bene gioco. Questo è fondamentale, ne sono convinto.

Tu e Gomez sembravate alternativi, ora giocate assieme.

Sono scelte del mister, lì davanti siamo in tanti e Reja può decidere di volta in volta quello che è meglio per la squadra. Di settimana in settimana. A tutti fa piacere giocare, sono in un bel momento e penso solo a fare sempre il meglio. Dal punto di vista tattico qualcosa cambia, io non sono abituato a tenere la posizione e in campo mi piace svariare, ma sto lavorando per abituarmi ad essere un po’ più rispettoso delle posizioni e delle distanze. Mi applico e cerco di dare il massimo. Qualcosa devo ancora cambiare ma sono fiducioso.

 

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La sensazione è che tu sia molto più voglioso di fare gol.

Il nuovo modulo mi porta molto di più alla conclusione, ma non cambiano le mie convinzioni. Contro il Frosinone, nelle due occasioni sprecate, non ho visto Pinilla: abbiamo tante palle gol ma quello che conta di più è la squadra. Preferisco che segnino altri, l’assist è per me comunque importante e non voglio darmi un obiettivo di gol: sono arrivato a 6 in passato ma non ci penso più di tanto. Lì davanti, con Pinilla o Denis cambia molto poco e sono convinto che si possa fare molto meglio del passato.

Vi siete divertiti lì davanti nelle ultime uscite? Per te sembra l’inizio di una nuova vita.

Non so se è un’altra vita, quello che è sicuro è che ora giochiamo un calcio diverso. In campo ci divertiamo e speriamo di divertire anche il pubblico. Con la piazza ho un grande rapporto, dopo i giorni in cui ero vicino alla cessione ho sentito molto forte l’affetto della gente e mi ha fatto davvero piacere. Non sono un bomber che punta a tanti gol, penso solo alla squadra. Il nostro obiettivo è divertirci e far divertire tutti come successo contro il Frosinone ma non è semplice. Quello è il calcio che piace a tutti. Noi compresi.

Si va a Sassuolo: sensazioni?

Rispetto alla gara con il Frosinone sarà una partita diversa. Il Sassuolo ha un bel gruppo, il mister è bravo e gli piace far giocare bene le squadre. Nei due precedenti a Reggio Emilia è sempre stata dura perché gli emiliani sono una squadra complicata. Le brutte partite delle ultime uscite contro di loro in trasferta sono causate soprattutto da questo aspetto, la classifica di oggi è abbastanza chiara sul valore dei nostri prossimi avversari.

 

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Le prossime quattro partite saranno decisive per capire che campionato sarà?

Sono convinto che si tratti di gare belle da giocare ma che possono darci risposte importanti. Continuiamo sulla strada che stiamo percorrendo e sono sicuro che sarà più facile vincere che perdere. Manca tantissimo alla fine, siamo solo alle prime gare e quindi non c’è nulla di decisivo. Sono d’accordo però che arriva un momento in cui possiamo fare cose molto buone. Iniziamo dal Sassuolo, non sarà facile ma ci proviamo.

Sembra che l’Atalanta abbia qualche problemi con i rigori: perché non tiri tu?

Non li calcio io perché la scelta del mister è diversa. Se mancano 4-5 giocatori, tocca a me. Normalmente, calciano German Denis o Mauricio Pinilla, poi ci sono Papu Gomez e Luca Cigarini e poi forse vengo io. Speriamo.

Il compagno che ti sta stupendo di più chi è?

Credo che Marten de Roon stia facendo meglio di tutti noi. Nessuno si aspettava si adattasse così presto alla Serie A, sicuramente anche Kurtic è un grande elemento e tutti i compagni si stanno inserendo bene, ma secondo quasi tutti il giocatore che più colpisce è l’olandese.

 

Maxi e Boakye

 

Ma che giocatore sei diventato? Adesso Reja ti schiera anche da “falso nueve”.

Visto? Sono un jolly ormai. Pensate che non avevo mai giocato lì in carriera. Mai. Ho cercato di fare il meglio, quando ho visto che c’era la necessità ho dato la mia disponibilità: era un’amichevole, perdiamo ovviamente centimetri e bisogna cambiare modo di giocare. Senza Pinilla, Denis e Monachello o avrebbe giocato un ragazzino o uno tra me e Gomez. Penso sia andata bene.

Con l’italiano sei migliorato tantissimo. E il bergamasco?

Niente, nemmeno una parola. Parlo appena l’italiano.

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