La mia amica Alda Merini (oggi avrebbe compiuto 85 anni)
Google dedica il doodle a Alda Merini. La poetessa e scrittrice italiana, nata a Milano il 21 marzo del 1931, oggi avrebbe compiuto 85 anni (è morta l'1 novembre del 2009 a Milano). Silvio Bordoni ha 79 anni, è poeta e giornalista, ed abita a due passi dalla stazione di Verdello. Per più di 15 anni è stato il più caro amico della poetessa la cui vita è stata dedicata alla parola folle e libera.
Milano, inizio anni ‘90. Silvio Bordoni presenta un suo libro di poesie, poi va a fare due passi sui Navigli. Supera un ponticello ed entra nel Bar Charlie (Charlie è il nome del cagnolino della padrona). Si siede, ordina un panino. Vede una poesia scritta sul muro, firmata Alda Merini. Chiede alla padrona. Lei gli racconta che Alda Merini viene spesso lì, perché abita vicinissimo, in via Ripa di Porta Ticinese 47. Arriva il panino, la padrona a bassa voce indica: «Eccola, è arrivata, è là». Sola al tavolo, Alda Merini. Due operai dall’altra parte del locale. Silvio si avvicina, resta in piedi accanto al tavolo, e cerca una scusa per parlare: «Signora, è sua quella poesia sul muro?». Le dà del lei e la chiama “signora”. Lo farà fino alla fine. La risposta è brusca: «Si sieda. Lei chi è?». Silvio si presenta, dice di essere bergamasco. «Anche mio marito era bergamasco». Poi arriva la pasta per lei, che intanto continua a parlare. Allora Silvio tenta una premura: «Le si fredda». «E a lei cosa importa?», ribatte lei, sempre scostante. Dopo un po’ si alza: «Adesso devo andare. Si ricordi i libri». Sono i libri di poesie di Silvio Bordoni, che la poetessa chiede di avere. «Dove glieli porto?» «Non sa dove abito?» «Signora, no, mi spiace» «Lei li porti qui, poi la signora del bar mi avviserà».
È l’inizio di 15 anni di amicizia. Silvio Bordoni va a trovarla ogni quindici giorni. La casa di Alda Merini è disordine assoluto e trascuratezza. Una donna di Milano si occupa ogni tanto delle pulizie e va in banca per lei. L’artista teatrale Manuel Serantes Cristal, che abita dal lato opposto del Naviglio, ogni tanto le fa la spesa e la aiuta. Qualche volta arriva la figlia Barbara. Silvio Bordoni le fa compagnia, raccoglie qualche carta da sotto il letto, la sostiene, risponde al telefono per lei. Che è in contatto con Valentina Cortese (la grande attrice, nonchè interprete del Magnificat), David Maria Turoldo, Monsignor Ravasi, il Cardinal Tettamanzi (per il quale Alda Merini detta a Silvio delle lettere), Fra Camillo De Piaz, Maria Corti (scrittrice e critica letteraria sua intima amica), Alberto Casiraghi (editore e scrittore).
Ogni tanto Alda Merini suona per Silvio Bordoni il pianoforte: musica classica, canzoni. È brava. Spesso gli fa dei regali: oggetti che ha in giro, lettere, i suoi libri prima che vengano pubblicati. I soldi per lei non hanno nessuna importanza, li dimentica ovunque, in casa, anche sul pavimento. È generosa. Dona ai poveri, ai detenuti di Bergamo con cui Silvio Bordoni lavora, alla Parrocchia che sta di fronte a casa sua e dove avrebbe voluto fosse celebrato il suo funerale. Che sarà un funerale di Stato in Duomo, invece, con la chiesa gremita.
Alda Merini chiama al telefono di casa di Silvio Bordoni due volte alla settimana, alle 7.30 del mattino. L’attacco della telefonata è sempre lo stesso: «Prenda la penna, e scriva». Gli darà del tu solo una volta, chiamandolo «Silvio», pochi giorni prima di morire. Nelle telefonate gli detta delle poesie inedite, che lui pubblica su L’Eco di Bergamo, e che rappresentano quella poesia tutta sua in forma orale, la cui stesura scritta veniva affidata interamente all’interlocutore. Del resto, anche quando è lei a scrivere a macchina le sue poesie, non le corregge né le riguarda mai, lascia fare ai curatori.
Con Silvio Bordoni la poetessa è sempre gentile. Forse perché lui non cerca mai d’ingraziarsela e le parla apertamente, con sincerità. Il rapporto è autentico. Lei gli chiede di accompagnarla in Duomo alla presentazione cantata da Nuti di Poema della croce, lui la porta a parlare a Bergamo al Caffè Letterario, in Università, al Cenacolo dei Poeti in Sala Camozzi. Spesso lei risponde sgarbatamente al pubblico. Silvio Bordoni si permette di farle notare: «Signora, in pubblico lei non si comporta con gentilezza». Lei si mette a piangere: «Faccio così perché ho paura, la gente mi fa paura». Non si è infastidita per l’osservazione, è stata ferita, si è confidata. Gli vuole bene.
Nel 2005 gli detta al telefono una poesia, dedicata a lui, che Silvio Bordoni conserva in un quadro nella sua casa in montagna (la trovate qui). Lui durante una gita ad Assisi la chiama e le propone: «Signora, perché non scrive un libro su San Francesco?». Lei risponde un po’ burbera. Poco dopo comporrà l'indimenticabile Francesco. Canto di una creatura.
Durante il ricovero in ospedale pe tumore osseo, «la piccola ape furibonda» ha accanto le persone a lei più care: qualche amico, le figlie. E Silvio Bordoni. Fino agli ultimi giorni, continua a comporre poesie. Ha la mascherina per respirare, l’immancabile sigaretta in una mano (anche se fa solo un paio di tiri prima di buttarla) e la penna nell’altra. E scrive.
Muore nella notte del 1 novembre 2009, esattamente cinque anni fa. Quando si chiede a Silvio Bordoni cosa gli manca di lei, di questa donna visionaria che lui definisce «unica e adorabile», la risposta è più veloce della domanda: «Tutto». Poi abbassa gli occhi, con l’umiltà quieta con cui ha parlato fino a quell’istante. E si commuove.
Silvio Bordoni
Due cenni biografici su Alda Merini e Silvio Bordoni
Alda Merini nasce a Milano il primo giorno di primavera del 1931. Vive da sfollata con la famiglia appena dopo la guerra, inizia a comporre poesie a 15 anni. La sua vita segue il filo di tre direttrici: gli internamenti in manicomio (tre, per un totale di almeno 13 anni), i grandi amori (il poeta Salvatore Quasimodo, il critico Giorgio Manganelli, il marito Ettore Carniti, il compagno di manicomio Pierre, il medico tarantino Michele Pierri), la poesia autobiografica e epifanica (più di 150 pubblicazioni, difficili da contare le liriche e gli aforismi). Spesso lasciata sola, e ogni volta più acuta, passa gli ultimi vent’anni anni sui suoi navigli, a Milano, fino alla morte per tumore il 1 novembre 2009. Dopo i funerali di Stato in Duomo, oggi riposa nel Cimitero Monumentale di Milano. È considerata una delle voci più limpide della poesia contemporanea italiana.
Silvio Bordoni ha 77 anni e vive a Verdello con la moglie e una gatta, in una casa accogliente, piena di libri e carte. Ha pubblicato 6 raccolte di poesie, per una delle quali ha ricevuto un biglietto di apprezzamento da parte di Eugenio Montale, ed è membro del Cenacolo Orobico di Poesia di Bergamo. Accanto al telefono di casa, sulla sua rubrica cartacea, ci sono grandi nomi della letteratura contemporanea. Da giornalista, ha intervistato, tra gli altri, Giovanni Arpino, Jorge Luis Borges, Giorgio Caproni, Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, Ermanno Olmi, JoséSaramago, Roberto Saviano, Maria Luisa Spaziani, Mario Rigoni Stern. Ha organizzato con i detenuti del carcere di Bergamo un Concorso Letterario, che ha portato alla pubblicazione del volume Pensieri ed Emozioni, con una poesia introduttiva di Alda Merini e postfazione di Vivian Lamarque.