L'incontro con Demis Roussos (e cinque canzoni in ricordo)

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Lo stesso giorno della grande svolta politica greca, con tutta probabilità di determinante peso storico per gli equilibri europei, per volontà del Fato, anticamente venerato come divinità, una stella di fulgida grandezza si è spenta. Demis Roussos è morto ad Atene all’età di sessantotto anni.

Demis che era nato ad Alessandria d’Egitto il 15 giugno 1946 era stato sul  finire degli anni ’60 voce e bassista  degli Aphrodite’s Child insieme a Vangelis, divenuto in seguito celebre compositore. Indimenticabili i successi di Rain And Tears che  in Italia fu primo in classifica per ben quattro  mesi consecutivi, It’s Five O’clock, Spring Summer Winter And Fall, e i quarantacinque giri in italiano Ti voglio amare e così sia e  Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Dopo lo scioglimento del gruppo Roussos avvia la sua carriera di solista con una miriade di pezzi straordinari rimasti memorabili come ad esempio la colonna sonora cantata del film di Momenti di Gloria. Nel 1985 rimane coinvolto nel dirottamento del volo TWA Atene Londra ad opera degli hezbollah. Liberato con altri ostaggi, questo episodio sarà destinato a cambiare radicalmente nel musicista il modo di considerare la vita.

Natale 2011 a Bucarest. Demis Roussos è in concerto. Prendo il primo aereo e vado a intervistarlo per il quotidiano di carta per cui lavoro. Ho ottenuto facilmente l’ok per l’incontro alla redazione cultura e spettacoli perché il greco dei "bambini di Afrodite" è stato e rimane un mito. In quattromila, e tra questi tanti giovani e giovanissimi, hanno affollato l’enorme sala del Palatului di Bucarest per assistere al concerto di Natale di Demis Roussos. L’artista di fama mondiale, noto per aver fatto parte negli anni ‘70 del leggendario gruppo degli "Aphrodite’s  Child" assieme all’altrettanto grande Vangelis, ha offerto momenti di pura emozione in musica. Interprete di canzoni senza tempo come Forever and ever, It’s five o’ clock, Goodbye  my love, goodbye, ha ripreso da alcuni anni a calcare i più importanti palcoscenici del mondo riscuotendo ovunque interminabili ovazioni. Ospite  alla trasmissione "I migliori anni", Roussos è seguito costantemente da gruppi di fan italiani che si incontrano anche nei forum della rete.

 

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Mi riceve nella sua stanza di uno stellato albergo nel centro della capitale rumena. Non si alza in piedi volentieri e cammina a fatica appoggiandosi a un bastone. Qualche acciacco dell’età. È subito cordiale e parla benissimo l’italiano, certo assai meglio del mio zoppicante inglese con cui avevo esordito. La considero una di quelle persone benedette da Dio che invidio perché possiedono la padronanza di tantissime lingue. Avvia con naturalezza una simpatica conversazione e il caffè ordinato arriva subito. Gli ho portato una copia del mio libro su Franco Battiato, dato che l’artista siciliano aveva incluso nel suo album Fleur 2 un suo pezzo.

Demis, proprio in Italia c’è stato il suo debutto come solista , conta di tornarci?

«È vero ho esordito con "We shall dance" al Festivalbar di Salvetti ed è stato l’inizio fortunato del mio personale percorso. L’Italia è un paese che amo: un tour teatrale potrebbe essere un’idea».

Uno dei nostri più apprezzati musicisti, Franco Battiato, ha  realizzato in un cd di qualche anno fa la cover di It’s five o’clock, lo sapeva?

«Me lo ha detto una fan mia e di Battiato: so che ne ha fatto una bella interpretazione e che si tratta di un valente artista».

Lei è stato recentemente ospite in Rai di Carlo Conti, che impressioni le ha lasciato questa partecipazione?

«Il vostro Paese è come il mio, la Grecia, assai sentimentale e nostalgico: in  ogni italiano si nasconde un cantante che ama  la buona musica».

È vero che vorrebbe fare cinema?

«Ho girato l’estate scorsa in Grecia un film di produzione francese e non manca qualche progetto per il futuro».

Da  uomo religioso giudica importante la spiritualità  anche per  il suo modo di fare musica?

«Il misticismo è una dimensione  raccomandabile per ognuno ma per chi fa musica è indispensabile. Dopo la disavventura aerea dell’'85 ho compreso quanto fosse fondamentale stabilire una comunicazione con  le leggi universali».

Quaranta milioni di dischi, un traguardo impressionante: lei fa parte del mito.

«Essere stimato in questo modo è per me motivo di immenso onore: grande quanto essere stato menzionato due volte nel libro dei Guinness».

Che ne pensa della situazione del suo paese?

«Un condizione gravissima con un coinvolgimento quasi  planetario. Non ho dubbi che dietro a tutto questo ci siano strategie  e registi occulti capaci di manovrare i nostri destini».

Con la comune amica Rosmarie Kaiser, che accompagnava  spesse volte il cantante greco nelle sue tournée, stavamo organizzando un grande ritorno in Italia. La sua voce era rimasta intatta, vibrante come quella di un violino e tesa come un raggio laser nonostante il trascorrere degli anni. Bastava chiudere gli occhi perché la stessa magia suscitata da quell'uomo imponente dal magnetico fascino mediorientale vestito di un’ampia galabia ricominciasse a scorrere subito nelle vene. Io quella magia l’ho vissuta quattro anni fa tra lo scrosciare senza fine di mille applausi.

Quelle eco non potranno più spegnersi.

 

 

 

 

 

 

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