Michele Signorelli, 24enne bomber d'America: da Villongo al calcio a stelle e strisce
Oggi è uno studente-atleta negli Usa, con all'attivo oltre 50 gol nei campionati dei college americani. Giocava tra Serie D ed Eccellenza in provincia
di Alessandro Giovanni Pagliarini
Da Villongo a Salt Lake City, passando per l'Arizona e New York: è la straordinaria storia di Michele Signorelli, studente-atleta ventiquattrenne. Quattro anni fa è partito per gli Stati Uniti con due grandi obiettivi: continuare a giocare a calcio e conseguire una laurea. Attualmente si trova a Orem, una città a circa 30 minuti da Salt Lake City, dove frequenta la Utah Valley University.
Dall'Eccellenza ai college grazie a... Facebook
Michele ha iniziato a giocare a calcio a 6 anni nelle giovanili del Sarnico, dove ha conquistato diversi campionati provinciali prima di passare alla Virtus Bergamo. Dopo un'eccezionale stagione con la Juniores, con la quale si è laureato campione italiano, è stato aggregato alla prima squadra, riuscendo a esordire in Serie D. Al termine del terzo anno in bianconero, avendo trovato poco spazio, ha deciso di scendere di categoria, passando alla Grumellese (allora militante in Eccellenza).
In quel periodo ha ricevuto un messaggio su Facebook dalla UsaCollegeSport, un'agenzia che offre ai giovani talenti l'opportunità di ottenere borse di studio negli Stati Uniti. Inizialmente scettico, Michele ha partecipato ugualmente a un provino a Milano ed è stato selezionato nel programma. Dopo un colloquio con i coach di diversi college, ha accettato l'offerta dell'Arizona Western College. «Non è stata una scelta semplice, ma cercavo qualcosa di diverso dopo tante delusioni - ci confida Michele -. Era una grande opportunità per fare un'esperienza di vita unica».
Il calcio universitario negli Stati Uniti
Il sistema calcistico universitario americano è organizzato secondo diverse associazioni: la Ncaa (che comprende Divisione 1, 2, 3), la Njcaa e la Naia. Michele ha iniziato la sua carriera negli States giocando nella seconda, utilizzandola come trampolino di lancio per raggiungere la Divisione 1 della Ncaa. Le squadre universitarie competono in campionati regionali e nazionali in stagioni che vanno da agosto a dicembre, giocando circa 20 partite.
«Dal punto di vista tecnico, il livello delle squadre migliori è paragonabile ad alcune Primavera in Italia. La differenza principale che ho notato è che qui in America ci si concentra molto sulla fisicità e sul fitness dell’atleta. Se non sei in forma, è molto difficile affrontare le partite. Poi manca una cultura calcistica: sport come il football americano e il basket catturano più attenzione, non solo mediatica, ma anche per le risorse. Penso che tra qualche anno questo gap non sarà più così ampio, il calcio negli Stati Uniti sta crescendo sempre di più».
Un percorso di sfide e successi
Durante la sua permanenza negli Usa, Michele ha raggiunto traguardi importanti. Nella sua prima stagione ha segnato 16 gol, diventando capocannoniere e contribuendo alla vittoria del campionato Accac. Le sue prestazioni hanno portato l'Arizona Western College alle finali nazionali della Njcaa per la prima volta nella storia. L'anno successivo ha vinto nuovamente il campionato, venendo inserito nella "Top 11 All American", uno dei riconoscimenti individuali più ambiti.
Grazie alle ottime prestazioni in Arizona, ha ricevuto un'offerta dal St. Francis College Brooklyn, militante nella Ncaa Division 1: «A New York ho vissuto un’esperienza unica, è stato il periodo migliore della mia vita in America. La scuola era situata al centro di Brooklyn, a soli 10 minuti dal ponte che collega la città a Manhattan». La sua terza stagione negli Stati Uniti si è conclusa con una sconfitta nella finale dei play-off, ma è stato comunque inserito nella Top 11 della fase finale del campionato.
Non solo calcio
Quest'anno, il suo ultimo negli Stati Uniti, si è trasferito alla Utah Valley University. Nonostante una stagione deludente dal punto di vista calcistico, Michele ha superato la soglia dei 50 goal nella sua carriera nei college americani. Adesso si sta concentrando sul lato accademico, visto che a maggio terminerà il suo percorso di studi in Business-Management.
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«Sono grato ai miei genitori per avermi supportato anche nei momenti di difficoltà, spingendomi sempre a fare del mio meglio in ogni circostanza - ci dice il 24enne -. In questi anni ho conosciuto ragazzi provenienti da tutto il mondo e ho condiviso con loro la mia carriera. Grazie a questa esperienza ho arricchito il mio bagaglio personale, parlo perfettamente l'inglese, che ormai è a tutti gli effetti la mia seconda lingua. Senza dimenticare l’esperienza calcistica e tutti gli studi affrontati qui, che ritengo la cosa più importante del mio percorso».
Sport e cultura,binomio che negli istituti italiani si fa fatica a concepire se non in pochissime realtà studentesche. Con tutte le riforme fatta dalla politica per migliorare il sistema dell'apprendimento,nulla si è fatto per far collimare l'apprendimento scolastico a quello sportivo,anzi si è cercato di limitare l'attività sportiva già dalla tenera età. Stiamo diventando come la classe politica,stanziale ,sedentaria,quasi immobile.