Di Dalmine

Il mondo in miniatura di Guerino che viaggia su trenini perfetti

Il mondo in miniatura di Guerino che viaggia su trenini perfetti
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«Come vedi, qui ci sono le fermate della stazione, lì il cappio di sorpasso dei treni, passaggi a livello automatici. C'è dentro tutto». Guerino Rovaris, ottantenne di Dalmine, racconta con entusiasmo della passione che è riuscito a trasformare in una vera e propria forma d'arte: quella del modellismo ferroviario. «Quando mi invitano nelle scuole per spiegare ai ragazzi che cosa significa dedicarsi a questo tipo di modellismo, racconto nei dettagli come si costruisce. Ed è bello vedere la reazione degli studenti quando scoprono quali escamotage ho utilizzato per costruire i vari tasselli del paesaggio: per esempio, per ricreare le rocce, utilizzo dei pezzi di gesso, tutti lavorati a mano, mentre le bottiglie di plastica le sfrutto per riprodurre pagliuzze di pietra. Altri effetti scenografici del paesaggio sono dati dai tappi di sughero, da spugne per piatti che danno vita a siepi e a cespugli, resina che sembra acqua, segatura colorata».

 

 

E per quanti segreti Guerino possa scegliere di svelare delle sue opere, è chiaro che la realtà delle cose resterà per sempre custodita nel cuore insondabile delle sue costruzioni, che popolano con un animo tutto loro la cantina e che, pannello dopo pannello, possono raggiungere anche i 22 metri di lunghezza. È infatti all'ultimo piano della sua villetta, in viale Locatelli, che Guerino ha trovato lo spazio per ricreare un mondo tutto suo. «In totale ho quattro plastici. Il primo l'ho costruito tanti anni fa, per mio figlio, quando avevo già quarant'anni. Ricordo che l'occasione specifica era Santa Lucia, lui aveva solo tre anni. Io mi chiudevo qui, in cantina, e lavoravo anche e soprattutto di notte per portarlo a termine, perché di giorno avevo un impiego come muratore. Dopotutto, concludere un modello intero può richiedere anche più di un anno». Tempo speso bene, visto che con i suoi accorgimenti riesce a riprodurre paesaggi talmente invitanti e accoglienti che verrebbe voglia di poterci fare una passeggiata. «Non prendo spunto da nessun luogo, tutto è frutto della mia immaginazione, mi vengono spontanei. Io ci rivedo un po' delle valli orobiche. Ho sempre avuto la passione per i treni. Quando ero bambino abitavo a Sabbio con la mia famiglia, mi ricordo che dalla mia finestra rimanevo incantato nello scorgere il treno che correva sui binari fuori casa».

 

 

Quella per il modellismo è in realtà il prolungamento naturale di un altro talento che Guerino coltiva fin dalla giovane età: la pittura. Più input artistici diversi, dunque, che l'artista dalminese convoglia in autentiche opere d'arte, che gli permettono di trasformare gli oggetti più banali della quotidianità in tasselli fondamentali per le sue creazioni uniche. «Tante cose le ho dovute anche apprendere. Per esempio, ho frequentato un corso per seguire il meccanismo del funzionamento dei trenini». Mentre chiacchieriamo nel suo immenso regno, infatti, il sottofondo è quello dato dal suono dei vagoni che scorrono sui binari e che sfrecciano attraverso la realtà riprodotta in miniatura perfetta da Guerino. «Mi piace guardarli andare, regolare la velocità, lo trovo rilassante. Ne ho regalati anche ai miei nipoti, ne hanno uno a testa. In fondo sono dei gioielli che restano, sono curati nei dettagli e nulla è lasciato al caso. L'incrinatura della strada segue esattamente la riproduzione in scala, le gallerie anche».

La passione di Rovaris si è trasformata anche nella possibilità di fare diverse mostre nei comuni limitrofi, che accolgono con entusiasmo i suoi lavori; ed è proprio grazie a queste iniziative che i suoi trenini elettrici si sono trasformati nell'occasione concreta di portare anche del bene: «A Zanica - racconta la moglie - abbiamo portato uno dei suoi plastici, proprio in quei giorni in cui l'Italia fu stravolta dal terremoto dell'Aquila. In quell'occasione, dalla vendita dei biglietti che ci ha dato il parroco, siamo riusciti a raccogliere circa 400 euro che abbiamo destinato come offerta ai terremotati. Il gesto è sicuramente andato in porto, perché qualche tempo dopo abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento».

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