Mozzo, la giovane Cecilia sogna di andare nello spazio. Ma per ora corre... in pista
«Da bambina mi affascinavano i racconti degli astronauti. Mi piacerebbe esplorare il cosmo, ma anche sulla Terra ci sono tante opportunità»
di Dino Ubiali
Verso l’infinito e oltre. Cecilia Calegari, classe 2000 e ingegnere aerospaziale, sogna lo spazio infinito ma con i piedi per terra. «Sviluppare tecnologie all’avanguardia con un occhio attento alla sostenibilità, evitando di dissacrare il cosmo solo con risvolti economici». Ha le idee molto chiare l’ingegnere, originaria di Mozzo.
Cecilia sin da piccola, insieme alla sorella gemella Rosa, era attratta dai razzi, i satelliti. «Guardavamo da piccole - inizia il racconto Cecilia - molti video e trasmissioni delle missioni di SpaceX o della Nasa. Eravamo attratte dalle meraviglie dello spazio e dagli uomini e le donne che si cimentavano in queste imprese».
Affascinate dai racconti degli astronauti come Scott Kelly nel suo libro Endurance. Un anno nello spazio, una vita di scoperte: un diario della sua permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale, scelto perché aveva un gemello, anch'egli astronauta. Grazie a entrambi sono stati studiati gli effetti della permanenza nello spazio sul corpo umano, soprattutto delle radiazioni a livello genetico, confrontando i parametri biologici di Scott Kelly a fine missione con quelli del fratello rimasto sulla Terra.
«Noi, due gemelle, ci siamo molto immedesimate nella storia dei due astronauti e così, dopo gli studi al liceo classico Sarpi, ho scelto la facoltà di ingegneria Aereospaziale al Politecnico di Milano».
Il corso prevede numerosi insegnamenti di scienze e di ingegneria di base (matematica, fisica, chimica, elettrotecnica, meccanica dei solidi e dei fluidi, dinamica e controllo) che si affiancano a quelli caratterizzanti i settori aeronautico e spaziale (tecnologie e materiali, impianti e sistemi, meccanica del volo, propulsione e sperimentazione). Terminato il triennio (...)