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Oltre la polemica: ecco gli italiani che dirigono grandi musei all'estero

Oltre la polemica: ecco gli italiani che dirigono grandi musei all'estero
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Un britannico, un francese, due austriaci e tre tedeschi…sembra quasi l’inizio di una barzelletta. E proprio una barzelletta sembra essere il polverone di critiche e accuse sollevato nei giorni scorsi dalla nomina di sette stranieri a direttori di musei italiani. Il metodo seguito dal Ministro per i beni e le attività culturali Franceschini, per ricoprire cariche normalmente blindatissime dal sistema della nomina diretta, è stato - per una volta - quello della selezione tramite concorso pubblico internazionale. Dov’è lo scandalo?, verrebbe da chiedersi. Non così in Italia, dove la notizia non ha tardato a scatenare aspre polemiche. Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha accusato il ministro di aver «mortificato il suo esercito di bravissimi italiani». Angelo Tartuferi, il direttore uscente della Galleria dell’Accademia di Firenze, ha parlato di «un’ammissione di sconfitta del nostro Paese». Una barzelletta, si diceva: prima tutti a lamentarsi che in Italia non vige il sistema della meritocrazia e, poi, se fra la schiera dei meritevoli spuntano dei nomi stranieri, allora giù le mani dal nostro bel Paese! Aveva proprio ragione Oscar Wilde: «Butteremmo via un sacco di cose se fossimo sicuri che altri non le prendessero».

Per fortuna, nel pittoresco coro dei polemici, sono spuntati diversi articoli, uno fra tutti quello comparso pochi giorni fa sul Corriere della Sera, che ci ricordano quanti sono gli italiani che, al di fuori di logiche campanilistiche, dirigono alcuni fra i più prestigiosi musei del mondo. Perché le competenze e le capacità non stagnano, o non dovrebbero stagnare, in discorsi di confine che rischiano di sfociare in infruttuose autocommiserazioni. Ecco allora alcuni nomi italiani, italianissimi, che mostrano come i nostri manager della cultura siano richiesti e apprezzati ovunque nel mondo.

 

Paola Antonelli

Museum of Modern Art di New York

Secondo la rivista Art Review, Paola Antonelli è una delle cento persone più potenti nel mondo dell’arte. Nata a Sassari nel 1963, lascia la Bocconi per laurearsi in architettura al Politecnico di Milano in architettura. Dopo l’università cura numerose mostre in Italia, Giappone e Francia e scrive per alcune delle più influenti riviste del settore. Al MoMA (Museo d’arte Moderna di New York), uno dei templi dell’arte mondiale, arriva nel 1994 a soli 31 anni. Leggenda vuole che abbia semplicemente risposto ad un annuncio sul giornale. Nel 2007 è stata nominata Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design, pochi anni dopo è diventata anche Direttore della ricerca e dello sviluppo del museo, tutto ciò grazie al suo lavoro definito «visionario». La sua missione è quella di «far capire al mondo che i designer sono gli intellettuali universali del terzo millennio e che il design non è solo una sedia ben confezionata». In un’intervista pubblicata sulla rivista Sette ha dichiarato che l’espatrio «apre la testa, dà prospettive e ti chiarisce le idee sulle ragioni per cui l’Italia è un Paese unico con molti lati sublimi».

 

Lorenzo Benedetti

De Appel Arts Centre di Amsterdam

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Lorenzo Benedetti è romano, classe 1972. Si è laureato in storia dell’arte alla Sapienza di Roma e da allora ha curato diverse mostre in contesti internazionali, come il MARTa Herford Museum in Germania e la Kunsthalle di Mulhouse in Francia. Sempre a Roma, nel 2005 ha fondato il Sound Art Museum, uno spazio dedicato al suono nelle arti visive. È un olandese di adozione: alla Biennale di Venezia del 2013 è stato il curatore del padiglione olandese, è stato direttore della Vieeshall di Midderburg e insegna alla Jan van Eyck Academy a Maastricht.  Nel 2014 arriva la nomina a direttore del De Appel Arts Centre di Amsterda, una delle piattaforme più importanti per la ricerca e la promozione dell’arte contemporanea.

 

Chiara Parisi

Monnaie di Parigi

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La Monnaie di Parigi è una delle più antiche istituzioni francesi e patrimonio dell’Unesco. Fondata nel 864 da Carlo il Calvo, assicura la produzione di monete, medaglie e decorazioni ufficiali. Nel 2007 nasce MétaLmorphose, un progetto volto a costruire un dialogo tra questo portagioie reale ed il pubblico. Dal 2011, direttrice del programmi culturali dellla Monnaie è l’italiana Chiara Parisi. Laureata in Storia dell’arte alla Sapienza di Roma, ha lavorato a lungo all’università come ricercatrice e ha curato importanti mostre internazionali. Il ruolo le è stato assegnato dopo un lungo processo di selezione dove erano presenti centinaia di candidati.

 

Massimiliano Gioni

New Museum of Contemporary Art di New York

Massimiliano Gioni è nato a Busto Arsizio e ha studiato Storia dell’arte all’Università di Bologna. E’ uno che non perde tempo: durante l’università lavorava già per diverse case editrici come traduttore, a 25 anni volava da Milano a New York come caporedattore della rivista Flash Art, a soli 30 anni è diventato direttore artistico della Fondazione Trussardi. Nel frattempo, ha curato la Biennale di Venezia, diretto la Biennale di Gwangju in Corea del Sud e la Biennale di Berlino. Al New Museum of Contemporary Art della Grande Mela ci è arrivato nel 2007 come direttore. In un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “Credo che come museo abbiamo la responsabilità di promuovere la differenza e questo è quello che mi piace dell’arte. È il luogo dove la differenza non è solo tollerata ma attesa”.

 

Andrea Bellini

Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra

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Andrea Bellini è uno storico dell’arte di 44 anni. Si è laureato in Filosofia e specializzato in Storia dell’arte a Siena, ha lavorato a New York come caporedattore della rivista d’arte Flash, diretto per tre anni la fiera dell’arte di Torino Artissima e, sempre nel capoluogo piemontese, è stato alla guida del Castello di Rivoli. Come critico si è occupato dei maggiori artisti contemporanei, con particolare attenzione per le nuove generazioni. Ha pubblicato centinaia di articoli e saggi per monografie, cataloghi d’arte e riviste specializzate. Dal 2012 è il direttore del Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra, un palcoscenico per talenti emergenti europei ed internazionali.

 

Marco Leona

Metropolitan Museum di New York

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È un percorso un po’ atipico quello di Marco Leona, l’attuale direttore del Dipartimento di ricerca scientifica del Metropolitan Museum of Art di New York. Ha ottenuto la laurea in Chimica e un Dottorato in Mineralogia e Cristallografia presso l’Università degli Studi di Pavia. Dopo un periodo di ricerca in America, ha scoperto una carriera scientifica alternativa, nella ricerca applicata ai beni culturali. Con il suo gruppo di ricercatori indaga tutto ciò che riguarda l’oggetto fisico “opera d’arte”, studiando materiali, colori e tecniche utilizzate dagli artisti in epoche e contesti diversi.

 

Cecilia Alemani

High Line Art di New York

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La High Line Art è una ferrovia sopraelevata trasformata in uno spazio pubblico, diventato uno dei nuovi simboli dell’arte contemporanea di New York. La sua curatrice e direttrice del programma di arte pubblica è la milanese  Cecilia Alemani. Ha studiato filosofia e vissuto a Parigi, ma è a Londra che è nata la sua passione per l’arte contemporanea. Nel 2003 si è trasferita a New York per un master in studi curatoriali per l'arte contemporanea e ha iniziato a organizzare diversi eventi artistici. A soli trentasette anni, la giovane Cecilia è entrata a pieno titolo nel gotha dell’arte negli Stati Uniti.

 

Francesco Manacorda

Tate di Liverpool

Francesco Manacorda

Torinese, laurea in Lettere, dal 2012 è direttore della Tate di Liverpool, la cui collezione comprende capolavori di artisti come Warhol, Duchamp, Matisse, Picasso, Bacon, Dalì e Pollock. Manacorda è stato assunto tramite concorso: «In quanto istituzione pubblica la Tate si è affidata a un concorso. Si sono rivolti a un’agenzia di cacciatori di teste di Londra, che aveva il mio nome perché mi aveva già contattato per un altro lavoro. Io ho dovuto compilare una lettera motivazionale in cui esplicitavo le ragioni per cui la mia candidatura sarebbe stata adatta per quell’incarico. E ho vinto».

 

Davide Gasparotto

Getty Museum di Los Angeles

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Davide Gasparotto, già direttore della Galleria Estense di Modena, nel 2014 è stato nominato responsabile delle collezioni di pittura del Getty Museum di Los Angeles. Il Los Angeles Times ha dato grande risalto alla notizia della scelta di un italiano per uno di ruoli più importanti del museo della città. Nato nel 1965 a Bassano del Grappa, Gasparotto si è laureato in storia dell’arte e archeologia e si perfezionato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha collaborato con alcune tra le più importanti istituzioni italiane e d'oltreoceano ed è uno studioso dell'arte di livello internazionale, con decine di pubblicazioni all'attivo. Quella di direttore del Getty Museum è una nomina avvenuta su base meritocratica: «Sono lieto di annunciare la nomina del Dottor Gasparotto quale nuovo capo curatore dei dipinti - ha dichiarato il direttore del Museo Getty Timothy Potts -. È una figura di rilievo nel campo della pittura e della scultura italiana dal Rinascimento al XVII secolo, con una conoscenza straordinariamente ampia anche dell'arte europea di altri periodi».

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