Dovrà pur esserci un modo per fermarlo, per sconfiggerlo, per dimostrare che anche Nole Djokovic si può battere, con le sue fragilità, i suoi talloni d’achille, i punti deboli. Superman non sopportava la cryptonite, e allora? Ogni supereroe ha la sua nemesi. Devono ancora scoprire quella del tennista che per tutti è diventato Mister 1000, il campione che ha conquistato il tennis e il mondo. Qualcuno venga a salvarci, perché di questo passo sarà dura trovare uno spiraglio d’imprevedibile. Vince sempre lui, Nole, che ha trionfato pure a Miami contro Kei Nishikori mettendo insieme un record di successi nei Master 1000 (28, contro 27 di Rafa Nadal e 24 di Roger Federer). Non basta. Ora sta per toccare quota 100 milioni di dollari guadagnati in carriera tra erba, cemento, indoor e terra rossa. Un record, un altro, nella brillante carriera di questo molleggiato con il nasone e le orecchie a sventola.
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Qualcuno venga a salvarci, perché ormai nemmeno sua maestà Roger Federer sembra in grado di farlo. Il tennis è stato monopolizzato. Anche nei conti in banca. Djokovic ha superato lo svizzero pure in quello. Già nel 2015 il serbo lo aveva tenuto dietro per incassi e partite sul campo. Ma gli introiti di Nole sono in continua crescita e non accennano a fermarsi. Gli sponsor sono in fila, tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Nole è ovunque. Vince sempre lui, e non accenna a fermarsi. Al punto che viene da chiedersi: ci aspetta un’estate di emozioni o una girandola di finali scontati? Montecarlo, Roland Garros, Internazionali, Wimbledon. Ogni appuntamento rischia di diventare scontato e prevedibile, una noia pazzesca, con Nokav Djokovic che arriva in fondo, alza il trofeo, ringrazia tutti e se ne va. Un film senza colpo di scena. Dove sta il divertimento?
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D’altra parte il tennis di Nole è efficace, la ragione è tutta lì. Non è ancora lo sportivo più ricco del pianeta (Forbes lo mette al 13esimo posto), ma certo Djokovic è in prospettiva qualcosa in più. Nel mirino ha tutti i record del tennis. E con i suoi 28 anni (e questo ritmo) non è detto non riesca a sbriciolarne ancora qualcuno. Da ormai 93 settimane è in cima alla classifica Atp, numero uno del mondo e forse dell’intero universo. In questo 2016 (iniziato non da molto) Djokovic ha vinto 29 match su 30. Come nel 2011, in cui vinse 3 Slam su 4. Quest’anno potrebbe andargli persino meglio. Il successo di Miami gli ha conferito la medaglia di settimo giocatore nella storia a vincere per anni consecutivi il trofeo Made in Usa e Indian Wells, oltre a essere l’unico ad averli vinti insieme per 4 volte (2011, 2014, 2015 e 2016). Ma questo è niente. Djokovic vuole molte di più.