Dopo una lunga attesa

Padre Martino Capelli di Nembro verso la beatificazione: potrebbe arrivare già a Pasqua

Il Vaticano ha riconosciuto il “martirio in odio alla fede” del sacerdote nembrese ucciso a 32 anni nella strage di Marzabotto

Padre Martino Capelli di Nembro verso la beatificazione: potrebbe arrivare già a Pasqua

A Nembro la notizia gira ormai da giorni, e la sensazione è la stessa per tutti: era ora. L’annuncio arriva direttamente dal Vaticano, dove Papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce il “martirio in odio alla fede” di due sacerdoti. Tra questi c’è padre Martino Nicola Capelli, il giovane dehoniano nembrese ucciso nel 1944 durante la strage di Marzabotto (Bologna), insieme a don Elia Comini, con cui condividerà anche la beatificazione.

Per Nembro, è la risposta a un’attesa davvero lunga – più di 80 anni – che la sua famiglia e il paese hanno portato avanti per decenni. Una storia rimasta viva perlopiù nei ricordi degli anziani e dai discendenti di Capelli. Ora manca poco: la beatificazione potrebbe arrivare già a Pasqua.

Voleva diventare martire

Martino era nato nel 1912 a Nembro, in via Bilabini 9, sopra la bottega da falegname del padre. Battezzato come Nicola Giuseppe, prese poi il nome “Martino” entrando nel noviziato. La sua è stata una vita semplice, di paese, fatta di studio e di una vocazione che si era già mostrata molto profonda. Lo dimostra un documento del 1931, quando aveva appena diciannove anni: in quella pagina scrisse e pregò di poter diventare martire. Nei suoi quaderni, in effetti, ritorna spesso l’idea del sacrificio totale.

La casa natale di Padre Martino Capelli a Nembro

Poi la guerra

Il capitolo finale della sua vita arriva presto, nell’estate del 1944, quando Padre Martino lascia Burzanella e sceglie di andare a San Michele di Salvaro per aiutare l’anziano parroco, pur sapendo che quella zona era ormai nel pieno degli scontri.

Il 29 settembre i tedeschi occupano l’area di Marzabotto e Monte Sole, dove avviene il massacro che farà più di 770 vittime. Dopo l’eccidio (…)

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