Abbiamo atteso una settimana, abbiamo lasciato calare l’adrenalina per fare le cose per bene, e adesso ci siamo: ecco il pagellone della leggendaria Atalanta 2016/2017 con i voti a tutti i protagonisti. Abbiamo cercato di fare una valutazione complessiva delle 38 giornate e siamo certi di una cosa: rivedendo il film del campionato, l’Atalanta è stata veramente una squadra meravigliosa.
Berisha 7,5
Arrivato l’ultimo giorno del mercato estivo 2016, sembrava dovesse essere il titolare e invece, inizialmente, ha dovuto attendere dietro a Sportiello il suo turno. Dalla gara di Cagliari in avanti, ha collezionato 25 presenze e a parte un paio di passaggi a vuoto (Lazio e Inter) ha sempre garantito un rendimento costante e di ottimo livello. Non è un campione ma rappresenta un’importante certezza. A giorni sapremo se verrà riscattato. SICUREZZA.
Gollini 6
Arrivato a gennaio al posto di Sportiello, non ha trovato quasi mai spazio se non in quattro occasioni al termine della stagione. Troppo poco per valutarlo. Nel gruppo, però, c’è grande considerazione di lui e il futuro sarà deciso insieme a quello di Berisha. Ha solo 22 anni (classe 1995) ma la sensazione è che l’Atalanta su uno come lui possa decisamente puntare. SCOMMESSA.
Bastoni 6
il compagno Caldara, uno che è già in orbita Juve, di lui ha detto: «Bastoni diventerà più forte di me». È sceso in campo pochissime volte ma si dice che Gasperini straveda per lui. Nella gara d’esordio con la Sampdoria ha stupito tutti per la personalità e quindi le premesse sono ottime. L’anno prossimo dovrebbe essere, insieme a Mancini (classe 1997), la primissima alternativa ai titolari e della nidiata nerazzurra dei ’99 è il più pronto. DA VEDERE.
Caldara 9
Ben 30 partite giocate, solo una sostituzione (a Firenze, stava male) con 7 gol segnati e appena 4 ammonizioni. È la sorpresa più bella della stagione. Arrivava da una buona annata a Cesena e ancora prima si era fatto notare a Trapani, ma nessuno pensava che dopo appena mezzo campionato potesse passare alla Juventus, con cui giocherà a partire dal campionato 208/2019. Giocatore incredibile, qualcuno lo paragona a Scirea, ma potrebbe essere semplicemente Mattia Caldara. L’eroe del San Paolo, il ragazzo della porta accanto. IL SERGIO RAMOS DI SCANZO.
Conti 9
Il suo esordio a Udine avvenuto il 6 gennaio 2016 non aveva di certo infiammato, i suoi mesi con Reja altrettanto. Eppure con Gasperini è diventato il miglior esterno a tutta fascia del campionato italiano. Ha segnato 8 gol, ne poteva fare anche qualcuno in più ed è normale che i fari delle big si siano accesi. Il procuratore spinge per la cessione, con il Mondiale 2018 nel mirino gli farebbe bene giocare ancora un anno a Bergamo da protagonista, ma è probabile non sia così. IRRIPETIBILE.
Dramè s.v.
Ha iniziato maluccio con Lazio e Sampdoria, pian piano è uscito dai radar abbagliato dalla luce di Spinazzola e un infortunio (prima verissimo, poi forse diplomatico) lo ha tenuto fuori per tutta la stagione. Non ha convinto Gasperini, non è più stato preso in considerazione come alternativa ed è destinato a lasciare l’Atalanta visto che in arrivo c’è il tedesco Gosens. Peccato, si è chiusa con una stagione anonima un’esperienza che fino all’anno scorso era stata comunque positiva.
Hateboer 6,5
Catapultato a Bergamo direttamente dal Groningen con sei mesi d’anticipo per avviare il processo di integrazione, Gasperini lo ha utilizzato in sei occasioni, puntando molto sia sulla sua facilità di corsa che sulle sue ottime doti tattiche: contro la Roma in trasferta e la Juventus in casa, il ragazzo olandese dal viso pulito e con la battuta pronta non ha demeritato e in prospettiva c’è grande curiosità di vederlo all’opera con continuità. SARTORATA.
Konko 6
È arrivato da svincolato per espresso volere di Gasperini, è stato un’alternativa importante nella prima parte di stagione (dieci presenze), ma dopo la sostituzione di Roma ha messo insieme solo 50′ minuti in tutto il girone di ritorno. Classe 1984, il suo contratto è scaduto e non ci sarà un rinnovo: la politica atalantina va in senso opposto rispetto alla sua età. SOLDATINO.
Masiello 9
Sembrava destinato a partire subito e invece è entrato in campo alla seconda giornata contro la Sampdoria e non è più uscito. La sua annata è stata incredibile, con tre gol ha impreziosito alcune vittorie molto importanti (Torino, Inter e Bologna) ma nel complesso è il rendimento in fase di copertura alla sinistra di Caldara ad aver sbigottito tutti. Abbiamo parlato spesso di Nazionale per lui: non arriverà, ma il suo rendimento anche l’anno prossimo sarà decisivo. SBALORDITIVO.
Raimondi 6,5
Ha chiuso la carriera da calciatore con una stagione da protagonista, anche se nello spogliatoio più che in campo. Ha lavorato molto per la coesione del gruppo, sul terreno verde si è visto poco ma il suo ruolo è stato comunque importante. In Coppa Italia, in mezzo a tanti ragazzini, ha aperto le danze contro il Pescara segnando il suo secondo gol di sempre in maglia atalantina. GUERRIERO.
Toloi 8,5
Altra nota lietissima del pacchetto arretrato di Gasperini. Era partito come centrale ma dopo l’esplosione di Caldara il mister lo ha impostato da difensore di destra con licenza di anticipare e offendere. Ha rinnovato a novembre il suo contratto, sarà ancora un pilastro della Dea e il mezzo voto in meno è solamente perché non ha mai trovato la via del gol: ci ha provato anche in rovesciata e con il tacco, ma la fortuna non l’ha aiutato. BRASILEIRO.
Zukanovic 6,5
Arrivato in prestito dalla Roma con un passato da prescelto di Sartori, sembrava dovesse essere il titolare nella difesa a tre e invece ha dovuto distribuire le sue 19 presenze (di cui 14 da titolare) nelle occasioni in cui i compagni sono mancati. Rendimento comunque più che sufficiente per un giocatore che è sempre stato una valida alternativa e ha subito forse più di tutti l’esplosione di Caldara. SFORTUNATO.
Cabezas s.v.
Oggetto misterioso per quasi tutta la stagione, dopo un brutto infortunio muscolare subito a novembre si è fatto notare di più con la Nazionale Under 20 nel torneo Sudamericano e al Mondiale di categoria. 25′ minuti giocati all’Olimpico di Roma sono troppo pochi per giudicare una stagione che certamente gli servirà in futuro per essere protagonista nel calcio europeo. STELLINA.
Cristante 7,5
Arrivato a gennaio quasi in silenzio, si pensava fosse lento e da recuperare, invece ha stupito tutti con tre gol realizzati e alcune giocate molto interessanti. In alcune gare il tecnico Gasperini lo ha pure schierato in una posizione più avanzata, il ragazzo ha stoffa e dev’essere rivalutato in pieno dopo una preparazione intera fatta con l’incredibile staff di Borelli. Il titolare vicino a Freuler, l’anno prossimo, potrebbe davvero essere lui. METRONOMO.
D’Alessandro 6
Ha collezionato 25 presenze ma solo quattro volte è partito da titolare, Gasperini ha provato a usarlo sia in attacco come terzo a destra che al posto di Conti, ma il ragazzo romano non ha mai convinto pienamente e il suo futuro sarà probabilmente lontano da Bergamo. Ci ha sempre messo grinta e voglia, contro l’Empoli prima di Natale ha anche segnato un gol molto importante, eppure non ha mai trovato continuità. Peccato, un investimento che sembrava interessante mai definitivamente sbocciato. INCOMPIUTO.
Freuler 8,5
Eccolo qui, il migliore in assoluto tra i centrocampisti. Partito come riserva di Gagliardini, a gennaio è stato promosso titolare e non ha sbagliato praticamente nulla. Tantissimo lavoro oscuro, un appoggio costante ai compagni e pure cinque gol a conferma di come sia anche capace di inserirsi in avanti a supporto della squadra. Un giocatore meraviglioso, un “tuttocampista” da leccarsi i baffi, incredibilmente (ma fortunatamente per noi) ignorato dalle big del campionato. CAMPIONE.
Grassi 7
A Bergamo in prestito secco, si è allenato per tutto l’anno con la spada di Damocle del giocatore senza nessuna prospettiva sulla testa. Nonostante questa condizione, Gasperini lo ha spesso mandato in campo (18 presenze complessive) ed è pure riuscito a segnare un bel gol sotto la Curva Pisani. Lascerà l’Atalanta per fare ritorno al Napoli, buona fortuna ragazzo. FRIZZANTE.
Kessiè 8
Il voto è la media aritmetica tra il 10 per la prima parte del campionato, in cui ha pure segnato sei gol, e il 6 della seconda parte (dopo la Coppa d’Africa), in cui si è limitato al compitino lasciando progressivamente l’Atalanta, prima con l’approccio e poi con la firma per il Milan. È un bravissimo giocatore e lui ne è consapevole, se terrà la giusta concentrazione con i rossoneri si confermerà, ma la Serie A è una roba seria e se cali il livello finisci per essere uno dei tanti. FORZA DELLA NATURA.
Kurtic 8,5
L’uomo che ha permesso a Gasperini di svoltare. Grazie alla sua duttilità tattica e al suo supporto alla manovra con una posizione ibrida a metà tra il centro del campo alle spalle di Petagna e l’esterno d’attacco a destra, Kurtic ha giocato una di quelle stagioni che possono davvero cambiarti la carriera. Prima era solo un centrocampista fisico di grande prestanza atletica, adesso è un uomo in grado di coprire e segnare (6 gol per lui) su cui fare completo affidamento. IMPRESCINDIBILE.
Melegoni s.v.
In campo solo una volta per mezza partita, sembra non ancora pronto dal punto di vista atletico, eppure a gennaio è stato inserito stabilmente in prima squadra e il tecnico lo tiene in alta considerazione. Probabilmente partirà per il ritiro e poi verrà valutato, se continua con il lavoro fisico è destinato a diventare un giocatore di livello assoluto. CAMPIONCINO.
Migliaccio 6,5
Tre presenze complessive, 19′ minuti nella sua ultima stagione da calciatore prima di passare a un ruolo dirigenziale. Vale lo stesso discorso fatto per Raimondi: è stato fondamentale dietro le quinte prima ancora che in campo e la sua stagione va valutata proprio in considerazione di questo. PROFESSIONISTA ESEMPLARE.
Spinazzola 9
Lo ricordavamo giovane e impacciato, lo abbiamo ritrovato sempre giovane, ma travolgente e immarcabile quando parte in progressione. Come Toloi, non ha trovato la via del gol, eppure se lo sarebbe ampiamente meritato; ma quello che più importa è che anche l’anno prossimo resterà a Bergamo, con l’Atalanta che punta fortissimo su di lui. Lascerà la città a giugno 2018 per tornare alla Juve, nel frattempo vedremo Gosens crescere alle sue spalle e tutto questo è fantastico. STUPEFACENTE.
Papu Gomez 10
Per quanto ha fatto vedere, per come ha inciso sui risultati della squadra, per la crescita esponenziale, per i gol segnati, per gli assist e per tutto il resto che ha combinato nella sua miglior stagione di sempre, Papu Gomez si merita un bel 10. Salvo chiamate irrinunciabili, resterà a Bergamo per giocarsi da protagonista l’Europa. Tecnicamente è il migliore di tutti e se l’Atalanta ne trova un altro paio che si avvicinano il suo livello ne vedremo delle belle. TRASCINATORE.
Mounier 5,5
Ha giocato poco, e quelle poche volte che lo abbiamo visto in campo non ha mai convinto. Sarà perché Gomez è di un altro pianeta? Probabile, ma di sicuro il suo arrivo in prestito non ha inciso minimamente sul gruppo e in campo. Quindi il voto non può che essere negativo. TRASPARENTE.
Paloschi 5
L’unica nota davvero negativa di tutto il campionato. La traversa colpita alla prima giornata con la Lazio ha indirizzato malissimo la sua annata. Chiude con zero gol segnati in 489′ minuti e solo quattro presenze da titolare (13 complessive). Investimento sbagliato che, fortunatamente, viene completamente oscurato da tutto il resto. Peccato, perché ci ha sempre messo voglia e passione, ma il futuro non può che essere altrove, anche per dargli la possibilità di tornare ad essere subito protagonista. DELUSIONE.
Pesic s.v.
In Coppa Italia è sceso in campo da titolare e ha segnato (contro il Pescara) un bel gol fornendo anche un assist. In campionato è subentrato sei volte per complessivi 106′ minuti: impossibile dare un voto. Il futuro è da valutare ma non ci sono motivi che possono far pensare ad una sua permanenza. INVISIBILE.
Petagna 8,5
Una splendida sorpresa. Arrivato a Bergamo con il fisico perfino troppo grosso, il lavoro a Zingonia lo ha snellito e lui si è preso sulle spalle l’Atalanta. È stato il miglior centravanti di manovra della Serie A, il voto non è più alto perché comunque ha chiuso la stagione in calo e i soli cinque gol segnati pesano essendo un centravanti, ma i margini di crescita ci sono e poi non bisogna dimenticare che ha solo 22 anni. MANOVRIERO.
Gasperini 11
Il voto si spiega da solo, non c’è molto da aggiungere. L’Atalanta che abbiamo visto, ammirato, applaudito e coccolato è figlia soprattutto del suo coraggio. Nel momento peggiore, ha accelerato il processo di inserimento dei giovani e ha clamorosamente vinto. Nessuno, in 110 anni di storia, era arrivato così in alto e la sensazione è che il meglio debba ancora venire. Intanto ce ne andiamo in Europa. EROE.
Società 10
Non è stato tutto facile ma hanno avuto completamente ragione i Percassi e la dirigenza. Hanno tenuto la barra dritta nel momento più difficile, hanno fatto cessioni logiche e coperte da accordi (Caldara) o con le alternative già in casa (Gagliardini) passando alla cassa dopo una stagione da leggenda, con un bilancio perfetto e prospettive incredibili. Tutto questo, comprando pure lo stadio. Impossibile fare meglio. GARANZIA PER IL FUTURO.
Tifoseria 9
Trascinati da una squadra che ha esaltato, i tifosi hanno sempre fatto la propria parte, ma è stato soprattutto nei momenti difficili a inizio stagione che la Curva ha fatto la differenza. Annata senza nessun problema e con un solo appunto: se gli ultras non vanno in trasferta per scelta, tutti gli altri che hanno sottoscritto la Tessera del Tifoso avrebbero invece dovuto invadere gli stadi in ogni occasione. Le presenze sono aumentate ma la speranza è che con l’Europa si possa davvero ribaltare la tendenza, con settori ospiti ovunque esauriti. Del resto la voglia di Atalanta non è mai stata così alta. FANTASTICI.