Per favore, date una medaglia ai marinai dell'altra notte
Mi sono sbagliato. Passando davanti alla tele all’una avevo sentito che avrebbero conferito la medaglia d’oro ai marinai che avevano tratto in salvo i profughi dell’ultimo gommone alla deriva nelle acque di Lampedusa, quello con i 29 morti per assideramento.
ansa.it Sicilia, 10 febbraio 2015m ore 12:46:
Ma le operazioni di salvataggio sono state difficilissime, a causa delle condizioni proibitive del mare: forza otto e onde alte anche fino a nove metri, l'equivalente di un palazzo di tre piani. Una situazione pericolosa per tutti, che ha messo a rischio la stessa sopravvivenza dei soccorritori, come evidenzia la drammatica testimonianza del portavoce delle Capitanerie di Porto, Filippo Marini, mentre ancora erano in corso le operazioni: "I nostri uomini sono allo stremo e stanno mettendo a rischio la propria vita. Operare in queste condizioni è proibitivo e riuscire a portare in salvo decine di persone è un miracolo".
A parte il fatto che l’espressione “mare forza cinque, sei...” non è più ufficialmente in uso e quindi sarebbe bene non utilizzarla, quel che hanno fatto gli uomini della Guardia Costiera l’altra notte è qualcosa che va ben al di là dell’adempimento del dovere. Si è commosso perfino il loro comandante. Ed è la prima volta che gli è successo, ha detto da qualche parte.
Bene. Quel che sono riuscito a sapere precipitandomi a digitare su Google.news e altri siti di notizie: “medaglia d’oro”, “guardia costiera” e “Lampedusa” è quel che sapevamo già tutti, cioè che il riconoscimento era stato dato dalla Croce Rossa tempo fa agli abitanti dell’isola. Degli uomini che hanno rischiato la vita l’altra notte non c’è traccia.
Le solite abbondanti chiacchiere sull’uso distorto della tragedia da parte di qualcuno, le grandi diatribe su Mare Nostrum e Triton; altre baggianate.
Noi vorremmo spendere due parole solo per dire che decorare di medaglia d’oro quelli delle due motovedette per quel che hanno fatto l’altra notte sarebbe davvero un gesto politico in senso alto e grande. Altro che radiocronaca di Mattarella al Quirinale. Vorrebbe dire a tutti noi che lo Stato non ci considera solo lavoratori da controllare e contribuenti in sospetto di Svizzera. Ci consolerebbe, e ci renderebbe orgogliosi, il fatto di sapere che, una volta tanto, la Repubblica fondata sul lavoro riconosce chi fa il proprio lavoro, appunto, andando ben al di là delle regole d’ingaggio.
Per favore, signori governanti, fatelo.