Perché questa Atalanta può andare in Europa
Allacciare le cinture non è difficile quando si vola con questa Atalanta. Il 3-0 al Palermo (a proposito, Zamparini: visto che cantonata esonerare Iachini?) certifica ufficialmente le ambizioni europee di una squadra, di una società e di un pubblico straordinari, che rendono unico il fenomeno Dea. A questo punto, di fenomeno si deve parlare, senza se e senza ma: nel campionato più equilibrato degli ultimi anni, con il quinto cambio al vertice in quindici turni, l'Atalanta è piombata in zona Europa e lì ci sta con pieno merito.
Denis ha migliorato il suo record assoluto di segnature, Cherubin e de Roon hanno firmato gol che non dimenticheranno mai, la squadra ha strapazzato i rosanero non battendo ciglio nemmeno quando Migliaccio si è fatto subito espellere, in modo così repentino e irriconoscibile per un professionista del suo calibro. Tant'è. Se la vittoria di Roma era stata entusiasmante e non era stata raffreddata nemmeno dall'ingiusta eliminazione dalla Coppa Italia, il successo sul Palermo è ancora più corroborante a causa della disarmante disinvoltura grazie alla quale è maturato.
Il dominio nerazzurro è stato pressoché totale, a tratti imbarazzante per un avversario autoimploso a causa delle mosse sbagliate di un presidente che, a volte, sembra preda di un irresistibile moto masochistico. Ma questi sono problemi di Zamparini. La solidità difensiva dell'Atalanta si coniuga ad un centrocampo che sopperisce anche alle assenze eccellenti e ad un attacco dove persino l'assenza di uno come Pinilla passa quasi in secondo piano: sarà stato per l'effetto Trotta, attaccante che l'Atalanta segue da tempo in vista del mercato di gennaio; sarà per l'effetto record che l'ha galvanizzato, sta di fatto che Denis è tornato Denis e sul campo si vede.
C'è dell'altro: c'è la garanzia del gioco che Reja ha dato ai suoi giocatori, votati ad un calcio offensivo senza remore di alcun tipo; c'è l'entusiasmo della gente atalantina che da questa squadra si lascia trascinare, coinvolgere, esaltare, quasi avvertisse la consapevolezza della grande occasione europea che si profila partita dopo partita. Se è vero che nulla è impossibile, purché lo si voglia, è arrivato il tempo di puntare all'impossibile.
La strada è lunga e lastricata di difficoltà: ma quando mai qualcuno ha regalato qualcosa all'Atalanta? Tutto ciò che oggi ha, se l'è guadagnato sul campo, alla faccia anche di chi, spesso e volentieri, ha pesantemente discriminato i suoi tifosi, com'è accaduto nella passata stagione. Mai dimenticare. Mai.