Congresso provinciale

Pietro Guerini, l'anti-Tremaglia in Fratelli d'Italia: «A Bergamo ormai è una dinastia»

L'avvocato bergamasco vuole presentare una sua mozione all'assise del 3 dicembre. Ma le procedure favoriscono il candidato unico

Pietro Guerini, l'anti-Tremaglia in Fratelli d'Italia: «A Bergamo ormai è una dinastia»
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di Wainer Preda

Lo sfidante. L’outsider. Certamente la voce del dissenso in un partito che, almeno in Bergamasca, di dissenso non ne sopporta molto. Lui è Pietro Guerini, avvocato di Bergamo con studio a Clusone. Intende presentare una mozione alternativa a quella di Andrea Tremaglia al congresso provinciale di Fratelli d'Italia, che si terrà il 3 dicembre prossimo.

Guerini, il suo profilo politico?

«Sono missino dal 1972. Poi An e ora FdI. Ho fatto militanza negli Anni Ottanta frequentando a Milano la storica sede di via Mancini. Poi qui a Bergamo. Non sono mai stato neofascista, ma cattolico liberale di destra, gollista si diceva un tempo».

Vuole lanciare la sfida a Tremaglia. Perché?

«Perché non condivido il suo operato. Non capisco, per esempio, le polemiche che continua a fare con gli alleati. Mesi fa con la Lega, perché aveva proposto un candidato sindaco politico. Di recente con Forza Italia per le primarie azzurre. Uscite controproducenti. La coesione della coalizione vale anche per noi».

Non è che le uscite di Tremaglia servono a rafforzarne la leadership?

«Se quello è il fine, ha scelto la strategia sbagliata. Anche a Roma sostengono che più la coalizione è coesa, più si rafforza FdI. Sono polemiche sconclusionate, da epoca del proporzionale».

Inesperienza?

«Può darsi. D’altronde, ha 21 anni di politica in meno di me. In ventun anni se ne imparano di cose».

Che ne pensa della gestione di FdI a livello provinciale?

«Il partito viene percepito, non solo in provincia ma anche in città, come a gestione dinastica. E qualche motivo c’è. Sono ottant’anni che, di fatto, è in mano alla stessa famiglia. Con la prospettiva che (...)

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