fu un'idea di due studenti universitari americani

Il codice a barre compie 40 anni

Il codice a barre compie 40 anni
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Il 26 giugno il codice a barre ha festeggiato il suo 40esimo compleanno.  Era il 1974, quando, alle 8.01 del mattino, in un negozietto a Troy (Ohio), Mr Clyde Dawson acquistò un pacchetto di gomme da masticare Wrigley, pagò 67 centesimi alla cassiera Sharon Buchanan, e la guardò fare un gesto mai visto prima: scansionò il codice a barre. Lo scanner si chiamava Magellan A ed era stato creato da un’azienda dell’Oregon. Quel pacchetto di chewing-gum alla frutta oggi è esposto in una vetrina al Smithsonian Institution's National Museum of American History di Washington D.C, negli Stati Uniti.

Chi l’ha inventato. L'idea dei codici a barre venne in mente a due studenti di ingegneria dell’università di Drexel, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver. Lo spunto venne da un dialogo con il presidente di un azienda del settore alimentare che esprimeva l’esigenza di automatizzare le operazioni di cassa nei negozi. Fino ad allora, le cassiere dovevano digitare sulla casa manualmente il codice di ogni prodotto. Immaginate la fila. Il primo tentativo fu quello di utilizzare il codice morse stampato ed esteso in senso verticale, realizzando così barre strette e barre larghe. In seguito, realizzarono codici a barre ovali e brevettarono la loro invenzione il 20 ottobre 1949, con il numero di serie 122.416.

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Il codice QR. Soppianterà il codice a barre?

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Il primo prodotto letto con codice a barre.

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The Enquirer/Ed Reinke

Dalle prime difficoltà ai 5 miliardi di oggi. I primi tentativi di riconoscere i codici a barre con un fotomoltiplicatore non ebbero successo. Solo il successivo sviluppo della tecnologia laser permise di costruire lettori di codice a prezzi più accessibili, fino a quando lo sviluppo dei circuiti integrati permise la decodifica vera e propria. Oggi, ogni giorno, nel mondo, vengono letti più di 5 miliardi di codici a barre.

È destinato a scomparire? Il codice a barre, però, sarà a breve soppiantato dal codice QR. Si tratta di una scrittura a barre bidimensionale, composta da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata. La novità di questa matrice è che può essere letta con uno smartphone. Il codice QR, sviluppato nel 1994 in Giappone, si è ormai pienamente diffuso anche nei paesi occidentali e ha una vantaggio: in un unico crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici (o 4.296 alfanumerici). Oltre alle informazioni che potrebbe fornire un normale codice a barre, il codice QR permette di accedere a numerosi servizi, tra cui informazioni, pubblicità, filmati, foto e tanto altro. Il QR code si trova già oggi su qualsiasi oggetto, manifesti e riviste compresi.

Una curiosità. Lo scanner che lesse, in quella mattina del 1974, il primo codice a barre, oggi si trova all’ingresso dello stabilimento Datalogic Scanning a Eugene, in provincia di Bologna (che oggi possiede l’azienda dell’Oregon che lo produsse). La Datalogic è uno dei maggiori produttori mondiali di lettori di codice a barre: ha sede legale a Bologna, dove fu fondata nel 1972 dall’Ingegner Romano Volta, che ne è tuttora il principale azionista. II gruppo ha un patrimonio di 898 brevetti nel mondo, 9 centri di ricerca in Italia, negli Stati Uniti d'America e in Vietnam. Conta 2.000 dipendenti distribuiti in 30 paesi in 4 continenti e 7 stabilimenti produttivi in Italia, Stati Uniti d'America, Slovacchia e Vietnam.

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