Rai, il ritorno delle cariatidi

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Tempo fa ho scritto della scandalosa e discutibile pretesa di estorcere il canone Rai attraverso la bolletta della luce. Resto sempre convinto che in una società dove si abusa del termine democrazia per intendere molto probabilmente ben altro, sia per lo meno un arbitrio la presunzione di un illecito prima che questo si compia. A quanto pare all'ombra di un siffatto governo tutto passa liscio come l'olio e tutto e tutti tacciono.

Ebbene, ingoiato questo rospo ci troviamo di fronte alla simpatica sorpresa di un ritorno in massa negli schermi di mamma Rai di tutte le cariatidi care ai cuori di tutti i vecchi rimbambiti, me compreso, fruitori dell'immaginario catodico. Si annuncia la ricomparsa di Lorella Cuccarini, l'ex più amata dagli italiani, di Mina (certamente solo in formato  voce), di Celentano, Heather Parisi e udite, udite di sua maestà Pippo Baudo, che per celebrare degnamente i suoi ottant'anni si è fatto fare il regalo di un auto remake in qualità di presentatore della immarcescibile Domenica In.

Il tempo passa, noi tutti invecchiamo, perdiamo qualche amico, cambiamo casa e partner, perdiamo capelli e denti ma la tv di Stato, alla stregua di una divinità bonaria ed indulgente è padrona del segreto dell'incorruttibilità e rimette le cose a posto proponendo le stesse cose e gli stessi personaggi che avevano accompagnato l'adolescenza di tanti. Il nuovo che avanza per l'azienda di Stato si traduce a quanto pare in questo, mentre le "ideone" che avrebbero dovuto contraddistinguere le illuminate scelte dei nuovi comandanti del vapore non sono altro che una specie di evocazione spiritica finalizzata a riesumare se non corpi, nomi morti e sepolti.

Immagino i grandi soloni del cda Rai riuniti seriosamente a spremersi le meningi, mangiando toast in fretta e furia e trascorrendo notti insonni, per redigere un palinsesto degno di questo nome. E alla fine ecco la montagna con sforzo stitico partorire il topastro vecchio e spelacchiato, ma ottimo e abbondante per la truppa. Niente da dire sul passato di questi professionisti, una passato a cinque stelle: gente seria, preparata, autentici leader dello spettacolo. Purtroppo gli anni passano inesorabilmente e quindi sarà impossibile rivivere quel ricordo sostituito inevitabilmente dallo spettacolo patetico di ciò che di quei simulacri e di quella memoria resta.

Possibile che i sommi strateghi non lo sappiano, che non si accorgano dell'anacronismo di determinate scelte? Sono sicuro di sì: il fatto è che televisione generalista è sinonimo di televisione per vecchi da ospizio, per una massa di persone a cui si dà lo stesso programmino del passato con l'identico gusto del pinguino Motta dei loro verdi anni. È una tv che propone trasmissioni di parcheggio. State lì buoni in astanteria come quando siete dal medico e sfogliate riviste dell'anno prima finché non arrivi il momento dell'estremo viaggio.

C'è calcolo e crudeltà in tutto questo, e un'analisi statistica intrisa di cinismo: i canali Rai sono ormai roba per cervelli del pleistocene e con la grande offerta che esiste sono frequentati solo da persone assai avanti con gli anni e da chi non ha i mezzi per accedere alle televisioni a pagamento. Ma chi è fermo a Pippo Baudo molto probabilmente di web e sky non ha mai neppure sentito parlare: ed è questa la forza dell'emittente pubblica. Però la Rai da adesso pretende il canone e lo fa con mezzi che sono molto ma molto border line rispetto alla legge, o meglio, rispetto a quei criteri di legalità che un tempo insegnavano nella aule universitarie. Nella società easy è tutto permesso e lo è ancora di più se a fare da scudo sono correnti politiche che operano in vaghezza di "democrazia", poco importa se a farne le spese sono persone già abbondantemente piegate dalla crisi. E in democrazia, come si sa, ciò che è detto è detto e non si discute...

Allora mettiamola così amici della Rai: avete preteso con mille escamotage il canone (la scusa è che "i meridionali" e "i soliti furbi" non pagavano... sarebbe come se i gestori delle carte di credito facessero pagare ai clienti le disfunzioni del loro sistema...), sta bene. Però non permettetevi di ammannire la solita minestrina riscaldata, perché la gente che ha pagato ha diritto a ben altro: ha diritto alla qualità, a un abbozzo di innovazione, a qualcosa che vada oltre la riesumazione di vecchie salme. Il rispetto è misurato, dicono dalle mie parti, chi ne porta ne ha portato.

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