Riecco la Dea che non molla mai E Duvan Zapata è il suo simbolo

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È tornata. La Dea che fa impazzire la sua gente, la Dea che non molla mai, la Dea che a San Siro va sotto per due volte e per due volte rimonta il Milan rischiando addirittura di vincere in un finale da cardiopalmo, con Gomez azzoppato, ma stoicamente in campo; con Gasperini in tribuna per via della squalifica, ma con Gritti che in panchina fa un capolavoro, confermandosi il degno alter ego dell’allenatore torinese. Su tutti, sopra tutti, si staglia la figura di Duvan Zapata, il simbolo della strepitosa ripresa nerazzurra, l’esatto opposto del Barrow evanescente e impalpabile visto in azione nel primo tempo. Il colombiano ha svegliato la squadra, l’ha rimessa in piedi con la sua grinta e con il suo sacrificio, giocando letteralmente a tutto campo. E quando l’abbiamo visto rinculare in difesa per svenare un attacco milanista, abbiamo avuto la prova provata di che cosa significhi uscire dal campo con la maglia sudata sempre. Allo stesso modo, Rigoni e poi Ilicic, hanno rifatto i connotati alla Dea macchinosa e lenta che aveva davvero visto il Diavolo nella prima frazione gioco.

Una grande società. Intendiamoci. Dopo Copenaghen; dopo le sconfitte con il Cagliari e
con la Spal, l’Atalanta è ancora convalescente, ma, vivaddio, la prova di San Siro certifica che lo choc patito in Europa League è in via di assorbimento; che la reazione della squadra c’è stata; che è stata felice la mossa di prolungare fino al 2021 (con opzione 2022) il contratto di Gasperini, proprio in un momento così delicato.
Aveva detto bene Luca Percassi, prima della trasferta milanese: la mancata qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League e le due sconfitte successive in campionato non potevano inficiare la validità del lavoro di Gasperini e della squadra né, tantomeno, intaccare tutto quanto di eccezionale è stato realizzato in questi due anni.
Una grande squadra è tale anche perché, alle spalle, ha una grande società, sopratutto nei passaggi più delicati della stagione. L’Atalanta è una grande squadra, ha una grande società e ha un grande pubblico. Mercoledì a Bergamo si annuncia un'accoglienza molto calorosa ai nerazzurri che in nessun momento si sono sentiti soli, sostenuti sempre dalla passione dei loro tifosi.

Bocia libero. La stessa passione che ha sfondato il muro delle cinquemila firme a sostegno del Bocia, apposte in calce alla petizione lanciata da Bergamo Post. È, questo, solo il primo passo di una campagna d’opinione che sta riscuotendo consensi sempre più ampi e continuerà sino a quando Claudio Galimberti tornerà, finalmente nella sua Curva, dopo ventiquattro anni. Non bisogna mai arrendersi alle ingiustizie.

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