L'intervista

Sabino Brunello, il Gran Maestro di scacchi bergamasco che non finisce mai di imparare

Di Rogno, è ai primi posti nella classifica mondiale. Attualmente abita in Slovenia, ma cambia spesso Paese in cui vive

Sabino Brunello, il Gran Maestro di scacchi bergamasco che non finisce mai di imparare

A 13 anni, Sabino Brunello diventa campione italiano Under 18. Il titolo di Grande Maestro arriva dopo otto anni. Un percorso di crescita graduale. Nel frattempo, ha giocato la sua prima Olimpiade nel 2006, al Lingotto di Torino.

Qual è stata la maggiore difficoltà nella sua carriera?

«Ogni livello ha il suo problema. Bisogna imparare a gestire diverse situazioni: principalmente di mediogioco (la fase della partita tra l’apertura e il finale, ndr). Occorre avere una maggiore comprensione di ciò che accade sulla scacchiera, di chi è in vantaggio e di cosa fare per vincere o per evitare di perdere. Poi, più si va avanti, bisogna lavorare sulla concentrazione, sulla preparazione teorica, soprattutto la conoscenza rigorosa delle aperture. Sono questioni che vengono affrontate passo passo. Gli scacchi sono un gioco nel quale non si finisce mai di imparare».

Non si è mai stancato?

«No, però ci sono stati tanti momenti di frustrazione».

Il più significativo?

«Ogni tanto, quando perdo, mi chiedo: “Ma perché mai sono venuto a giocare oggi?”. Poi mi faccio una dormita e tutto torna normale».

Il punteggio Elo è un sistema che serve per quantificare la forza-gioco di un giocatore. Un po’ come la classifica Atp nel tennis. Attualmente, il suo Elo è di circa 2.500 punti. Il norvegese Magnus Carlsen, più forte giocatore al mondo, ha un Elo di 2.880. Cosa ci sta in mezzo? C’è qualcosa che potrebbe fare per raggiungerlo oppure c’è qualcosa di innato che lui ha e a lei manca?

«Pur considerando tutto umanamente possibile, la differenza tra me e lui è enorme. Si tratta di livelli di gioco marcatamente diversi. Carlsen continua a essere una persona che sbaglia, con cui è possibile giocare una partita. Diciamo anche che io potrei giocare contro di lui e potrebbe anche succedere di vincere. Però, se giocassimo 100 partite, le mie possibilità sarebbero molto basse. Dovessimo decidere su chi scommettere la scelta ricadrebbe giocoforza su quello più forte».

Nel 2007, a Martina Franca, lei venne proclamato vice campione italiano assoluto (…)

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